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di CARLO ANTINI Dalla Gioconda all'Ultima Cena, da simboli mai completamente decodificati a grandi imprese scientifiche.

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Nonfa eccezione «La battaglia di Anghiari», pittura murale databile al 1503 e già situata nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, a Firenze. L'affresco avrebbe dovuto ritrarre lo scontro tra fiorentini e milanesi del 29 giugno 1440. Nel complesso la decorazione doveva celebrare il concetto di libertas repubblicana, attraverso le vittorie contro nemici e tiranni. A causa dell'inadeguatezza della tecnica utilizzata, però, il dipinto venne lasciato incompiuto. Nel 1557, circa cinquant'anni dopo, la decorazione del salone venne rifatta da Giorgio Vasari, non si sa se distruggendo i frammenti già eseguiti da Leonardo o nascondendoli sotto un nuovo intonaco o una nuova parete. Ed è proprio quanto stanno cercando di scoprire in queste ore gli esperti e i tecnici del Comune di Firenze e del National Geographic, diretti dal professor Maurizio Seracini. In questi giorni, l'indagine scientifica è portata avanti attraverso l'utilizzo di speciali radar che forniranno nelle prossime settimane risultati che saranno utilizzati per stabilire le modalità di prosecuzione dell'ultima fase di lavoro. Lo stesso Paolo Giovio vide i resti del dipinto leonardiano e ne lasciò una viva descrizione nella sua vita di Leonardo: «Nella sala del Consiglio della Signoria fiorentina rimane una battaglia e vittoria sui Pisani, magnifica ma sventuratamente incompiuta a causa di un difetto dell'intonaco che rigettava con singolare ostinazione i colori sciolti in olio di noce. Ma il rammarico per il danno inatteso sembra avere straordinariamente accresciuto il fascino dell'opera interrotta». L'ipotesi, ma soprattutto il desiderio, che un così grande capolavoro, anche se non riuscito, ma così carico di storia, ci sia ancora e che magari si trovi solo a poche decine di centimetri dall'osservatore, scatena le fantasie di molte persone. Un ulteriore particolare che ha finora alimentato il mito deriva proprio dall'affresco del Vasari dedicato alla Vittoria di Cosimo I a Marciano in val di Chiana e che si trova nello stesso Salone dei Cinquecento. Nel dipinto c'è una bandiera con la scritta «Cerca Trova» di bianco in campo verde. La scritta è difficilmente leggibile da un osservatore perché si trova molto in alto. Sembrerebbe, però, una dichiarazione d'intenti da parte di colui che amava l'arte di Leonardo e avrebbe fatto di tutto pur di consegnarla ai posteri. Se neanche questa volta i radar riusciranno a scoprire la verità, dovremo continuare ad accontentarci degli studi propedeutici all'affresco e delle copie eseguite nei secoli da altri artisti. Rubens docet.

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