Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Il canto libero di Millefiorini

default_image

  • a
  • a
  • a

Iltran tran dei sabato sera, con due amici al bar, a guardare le ragazze degli altri, e poi il sonno a notte fonda, sotto le lenzuola fredde e pulite, sognando l'amore. C'è il giradischi che rimanda senza fine le canzoni di Don Backy. C'è il giornale sportivo aperto sulla foto di Raffaele Palladino, il mito del pallone. Ci sono le speranze, le disillusioni, le paure di una generazione che sapeva guardarsi dentro, vacillando qualche volta, ma poi ritrovando il grumo dei valori. Millefiorini scava dentro di sé e trova un faro, un Dio che alla fine consola. «Sono pazzo di Te, / sono pazzo per Te, / ma Ti prego, / lasciami un poco / giocare e amare / nel mondo», canta liberato ne «Al mio Signore». Una saggezza che esplode quando l'età è matura. Ma che stava sotto, nella pelle, da sempre, negli anni dell'adolescenza e forse anche prima. È da allora che Millefiorini si indaga con la poesia. I suoi versi sono l'affresco di formidabili anni italiani. Il resto è nostalgia. Li. Lom.

Dai blog