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I brindisi di Napoleone

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diCARLO ANTINI Che cosa beveva il conquistatore d'Europa? Grandi Armate, Blocchi Continentali, Campagne di Russia e codici civili che hanno fatto scuola in tutti i Paesi moderni. Una volta tornato a casa dopo le fatiche di guerra, però, evidentemente anche Bonaparte si rilassava, con tanto di convivio, familiari, amici e cortigiane. I calici non erano mai vuoti e alla corte di Napoleone non si badava certo a spese sulla carta dei vini. E allora via con i migliori Bordeaux, Borgogna e Champagne che trovavano posto accanto ai vini del Languedoc-Roussillon, della penisola iberica e ai vini italiani come il Picolit, il vermouth e il rosolio. Non mancano rhum e «liquori delle isole». Tutto questo ben conservato nelle cantine di Napoleone I e della sua prima moglie Joséphine. Chi vuole toccare con mano può andare al Museo Napoleonico di Roma a vedere la mostra che espone, oltre alle bottiglie dell'epoca, anche preziosi calici per lo champagne, bicchieri per acqua e vino, caraffe, rinfrescatoi ed etichette. I «gioielli» raccolti da Josephine alla Malmaison tra il 1800 e il 1814 sono lo specchio di un'epoca. Varie tipologie di bicchieri e di calici, esposti accanto a secchielli da ghiacio, rinfrescatoi, coppe per il punch in cristallo e in argento, esaltano, grazie alla loro eleganza, la raffinata arte del ricevere e testimoniano i progressi tecnici della cristalleria francese, facendo conoscere l'evoluzione delle abitudini a tavola all'indomani dell'epoca rivoluzionaria. Una serie di oggetti posteriori all'Impero mostra le trasformazioni cui andarono incontro le produzioni di cristalleria, le tecniche di imbottigliamento e di etichettatura durante la prima metà del XIX secolo e fino all'alba del Secondo Impero. La mostra del Museo Napoleonico vuole anche analizzare l'evoluzione della produzione vinicola in epoca napoleonica e della sua commercializzazione grazie anche ai progressi dell'industria vetraria che incidono soprattutto sul perfezionamento della forma delle bottiglie. Da oggi al Museo Napoleonico saranno esposti in tutto 148 oggetti legati alla cultura del bere e documenti provenienti dalle collezioni della Malmaison, di Fontainbleau, di Compiègne, dal Musée Louis-Philippe d'Eu, dal Musée Carnavalet, dal Musée des Arts Décoratifs, dal Musée National de Céramique di Sèvres, dalla Fondation Napoléon, dal Musée Napoléon Thurgovie, chateau et parc d'Arenenberg e dallo stesso Museo napoleonico di Roma. In mostra ci saranno anche materiali provenienti da collezioni private e dagli archivi di famose case di produzione vinicola come la Moet et Chandon. La disastrosa Campagna di Russia del 1812 segnò la fine del dominio di Napoleone sull'Europa. Sconfitto a Lipsia dagli alleati europei nell'ottobre del 1813, abdicò il 14 aprile 1814 e fu esiliato all'Isola d'Elba. Chissà quali bottiglie portò con sé per affogare i suoi dispiaceri. Bordeaux? Vermouth? In ogni caso, tra rossi e bollicine, al Museo Napoleonico di Roma c'è il rischio di alzare un po' il gomito. Con una certezza, però: in alcuni casi conquiste e vittorie militari cominciano a tavola.

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