
Nel lessico familiare di Arminio c'è anche l'Avellino in serie A

Un padre oste, una madre "emblema" dell'ansia; e poi i figli, la moglie lieve, il poeta tormentato e squarciato dalla certezza di non vivere mai abbastanza. "Poeta con famiglia" di Franco Arminio (d'If, 43 pagine, 8 euro) è una plaquette di bellissime "poesie famigliari" in cui al lettore viene concesso il dono di entrare in una famiglia italiana, meridionale, paesana, per poi accorgersi che quella famiglia è il mondo stesso, la grande famiglia dei poeti. Con uno stile diretto, veloce, diaristico, l'irpino Arminio interroga il silenzio del padre, la malattia della madre, la propria insonnia rimuginante, e ricorda vecchie fotografie interiori del paese: la prima lettura pubblica di poesie davanti a un pubblico indifferente, la promozione in serie A dell'Avellino negli anni '80, quando Arminio stava alla testa del corteo per festeggiare una città vicina e sconosciuta, l'osteria fumosa e odorosa del padre. Le poesie di Arminio, tutte necessarie, nascono da un impulso estremo, come di chi deve salvare, fissando pezzi di memoria in caduta libera verso l'oblio, pezzi del proprio corpo, della propria biologia, della propria anima nervosa, fisica, "neurologica".
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