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Dance Immersion consacra Cagli capitale della Danza

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Mia Molinari

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Domenica 5 settembre, si è conclusa la seconda edizione del festival nazionale dedicato alla danza e alle arti visive Dance Immersion, diretto da Benilde Marini con la collaborazione organizzativa di Serena Mignano e Giovanni Gaggia, responsabile della sezione Arti Visive. La cittadina di Cagli (PU) è stata “invasa” per dieci giorni dall'arte in tutte le sue espressioni: quattro performances di contaminazione tra le varie forme d'arte, sette spettacoli di compagnie di fama nazionale e internazionale, undici stage, due laboratori di danza e tre mostre di arti visive. Duecento allievi, provenienti da tutta Italia, hanno frequentato lezioni di danza di stili diversi tenute dai maestri: Marco Batti - direttore artistico dell'Ateneo della Danza di Siena, Maurizio Dolcini - insegnate di Classico, Bruno Vescovo - etoile internazionale, Mauro Astolfi - direttore artistico del DAF di Roma, Cristian Giunta - direttore artistico di Danz'art di Pesaro, Alex Atzewi - coreografo dell'Atzewi Dance Company, Mia Molinari - ballerina di fama internazionale, Jon*B - docente di Modern, Stefano Sellati - ballerino di fama televisiva, Paolo Londi - coreografo del Pescara Dance Festival, Endro Bartoli - direttore artistico della compagnia Impronte di Livorno, Sponky Love e Fabrizio Santi, ballerini di Hip Hop internazionali. Le serate sono state animate da grandi performance e spettacoli. La preview è stata affidata a Joy Coroner ( a.k.a Domenico Buzzetti) con la partecipazione di Mariacristina Paolini del Pescara Dance Festival, negli spazi della Home Gallery Sponge Living Space di Pergola (PU), “I don't believe in Fairy Tales” il tiololo dell'azione che riguarda il passaggio alla vita adulta, quando si smette di credere alla propria fantasia per passare a credere a cose più “adulte”: denaro, politica, religione. Simona Atzori ha aperto il festival con una performance motivazionale: “ La performance che presento – scrive l'artista - è un po' particolare perchè inviterò gli spettatori della mia mostra a entrare nel mio mondo, a sedersi insieme a me attorno ad un foglio di carta e a provare ad usare le loro mani in basso, e cioè i loro piedi”. Mia Molinari ha regalato al festival l'anteprima nazionale del suo nuovo spettacolo. “Par le Roi du ciel +JH-M+, Jeanne d'Arc, la violence et la passion” estratto dal manoscritto di Sergio Gilles Lacavalla. “Una piece di teatrodanza – scrive jack Fisher - dai ritmi incalzanti che si compone di immagini in continuo fluire e simboli che si rincorrono per tutta la durata dello spettacolo, in un'evoluzione continua di sensazioni. Mia Molinari, cattura ed ipnotizza gli spettatori per 25 minuti, accompagnandoli alla scoperta della Giovanna fanciulla dai balzi febbrili e dalle movenze limpide, trasformandosi poi nella Giovanna guerriera dove Mia Molinari accende un dialogo tra femminilità e coraggio esaltando la sua esile ma nerboruta figura preparando il pubblico ad accogliere l'ultima forma, ovvero la Giovanna D'Arco mistica. Un teorema di femminilità sospesa che ha catturato il pubblico di Cagli per un'eroina senza tempo con una delle più grandi interpreti italiane della danza contemporanea.” Oltre alla performance, Simona Atzori è stata protagonista, insieme ai primi ballerini del Teatro alla Scala, del Simona and Friends: “questo titolo – racconta Simona - è molto importante per me, perché ha un significato fortissimo, ed è la mia voglia di condividere il mio amore per la danza con grandi ballerini, come quelli del teatro alla Scala di Milano, sotto il nome dell'amicizia. Loro oltre ad essere dei grandi artisti, sono anche grandi amici e questo è un aspetto che traspare in scena mentre balliamo insieme. Tutto questo nasce sempre dal desiderio di unire l'anima all'arte.“ Il sipario del Teatro Comunale nella sesta serata del festival si è aperto con “Trilogy” del Balletto Teatro di Torino diretto da Loredana Furlo. La serata ha racchiuso tre lavori coreografici di Matteo Levaggi, su musiche di Autechre – Mika Vaino – Orbital, Johann Sebastian Bach e Lamberto Curtoni “E' raro – scrive Finacial Times , New York – il coreografo capace di darti quella sensazione per cui sai che nulla accadrà, poiché tutto sta già accadendo, poiché ogni momento è un'azione visibile della vita, come disse Merce Cunningham. Matteo Levaggi dimostra di possedere questo talento. “ Marco Batti, con la partecipazione di Elisa Bartoli, ha presentato “Solo per Due” coreografia selezionata per Marathon of Unexpected – Biennale Danza di Venezia 2010. M&F company, diretta da Benilde Marini, ha messo in scena “Quattro piani di Follia” scritto da Flavio Taini. Spettacolo itinerante per il centro storico della città di Cagli. “La follia che deriva dalla constatazione del dolore – racconta Taini - che azzanna l'uomo, costretto a vivere dentro gli schemi immobili della nostra cultura. E' la speranza di poter azzerare i miti, le religioni e i valori che avvelenano la nostra società e ripartire da zero secondo un principio prospettico che pone la vita immanente dell'uomo al centro del mondo e che sviluppa la sua volontà di esserci nella gioia che il mondo offre.“ La serata di venerdì 3 settembre è stata dedicata all'Hip Hop, sono entrati in scena Sponky.love&thejam-unit con “The colors of life”, un musical di hip hop teatrale, che racconta il ritmo della vita e i rapporti umani, rappresentati con la musica e la danza. Il Gala di Chiusura è stato dedicato ai danzatori che si sono distinti durante gli stage, alle scuole e alle giovani compagnie provenienti da tutta Italia. La sezione di Arti Visive è composta da tre mostre, coordinata dall'Associazione Sponge ArteContemporanea. Fabula Mirabilis seconda edizione di Alessandro Gimpaoli e Chiara Francesconi, a cura di Simonetta Angelini, presso palazzo Mochi Zamperoli, ha visto protagonista assoluta la fotografia ...” La storia si da corpo, - scrive Angelini - si da per sottrazione, in un moto di disgiunzione inclusiva, centrifugo: sempre un gesto che significa lo spazio, una pensosità di pelle e cose, di pause e velature, di svelamenti e attese. Senza volto: nessuno e tutti....” SPONGE VIDEO-LAB è un progetto che ha presentato al pubblico sei giovani artisti, che hanno fatto del video il loro media contemporaneo di comunicazione: Laura Baldini, Francesco Biccheri, Massimo Festi, Claudia Gambadoro, Sabrina Muzi, Beatrice Pucci, selezionati tra gli iscritti al concorso Visual Immersion. Cinque le location: Teatro Comunale, Palazzo Berardi Mochi Zamperoli, Seminario Vescovile, Palazzo Mater Dei. Il circuito video nel centro storico della città di Cagli è stato curato dal giovane critico Daniele De Angelis. La giuria composta dai critici d'arte Roberta Ridolfi e Stefano Verri, il critico cinematografico Elisa Grando ed il gallerista Franco Marconi ha decretato come vincitrice l'opera video “ To the last breath” di Sabrina Muzi. ”Un deserto sterminato - scrive D.Deangelis - di rocce e colline desolate, riprese in piano sequenza, apre il video di Sabrina Muzi “To the last breath”, un paesaggio portato al grado zero, all'assenza totale di vita o di sue tracce. All'opposto della città si impone la visione della fine, avvenuta o sul punto di accadere; un sibilo in crescendo copre ogni altro suono, mentre l'immagine si fissa su di una palma inaridita. Il vento ne muove drammaticamente le foglie, lentamente, in un ultimo soffio di vitalità, in quel sibilo sempre più acuto e penetrante che si fa grido, invocazione e disperata preghiera contro il vuoto che tutto circonda. Che sia il luogo di una catastrofe avvenuta o l'avanzata del deserto poco importa, la desolazione che prosegue nel successivo piano sequenza, terminato l'acuto del vento-respiro, non lascia speranze e diviene monito, folgorazione che risveglia...” Simona Atzori oltre alla performance ed allo spettacolo ha presentato le sue opere pittoriche nel progetto Sponge AD ATTACK, l'arte invade la città!!! a cura di Susanna Ferretti. Alla domanda di Jack Fisher: “ In questa occasione i tuoi dipinti non sono esposti né in un museo né in una galleria ma occupano gli spazi dell'affissione pubblica di Cagli. Perchè? Simona Atzori: Perchè quando l'associazione culturale Sponge ArteContemporanea mi ha proposto questo tipo di “esposizione”, l'ho trovata un' idea meravigliosa ed entusiasmante. Perchè l'arte diventa per tutti, anche per chi non è abituato ad entrare in una galleria, e quindi è l'arte che va dal pubblico e non il contrario. Ed è bellissimo vedere le proprie opere aperte a tutti e in mezzo alla vita della città. La direzione del festival ringrazia quanti hanno sostenuto l'iniziativa, enti pubblici, sponsor, allievi e pubblico e si augura un arrivederci al 2011 per la terza edizione di Dance Immersion.  

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