Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Ma Dio serve a spiegare il Mondo

Esplora:
Stelle

  • a
  • a
  • a

È di giovedì la notizia che oggi il Times pubblicherà ampi estratti del nuovo libro, "The Grand Design" di Stephen Hawking, il grande scienziato paralizzato su una sedia a rotelle dalla sclerosi multipla, nel quale presenta una sua visione sconvolgente dell'evoluzione: "Dio non è necessario a spiegare la creazione dell'Universo" perché le nuove scoperte della Fisica hanno dimostrato che esistono alternative all'idea che esso sia stato creato per mano divina". Anzi lo scienziato ritiene che la creazione dell'Universo sia una conseguenza inevitabile delle leggi della Fisica e che "può essere stato creato dal nulla". Aggiunge poi che è molto probabile che esistano non solo altri pianeti simili alla terra ma addirittura altri Universi. In ultimo, sempre stando alle notizie di stampa, Hawking sostiene che se Dio avesse voluto creare l'Universo al fine di creare il genere umano non avrebbe alcun senso aggiungere tutto il resto. In casi come questo, tenendo conto dell'intelligenza del personaggio le sue parole vanno valutate in maniera seria; d'altra parte, stralci giornalistici estratti dal contesto generale del libro rischiano di fuorviare il lettore o, peggio, di alterarne il contenuto per cui una valutazione approfondita potrà essere fatta soltanto all'apparizione del testo integrale in libreria. Pur con la dovuta cautela, si può però esprimere qualche dubbio sulla fondatezza logica di queste affermazioni: la più criticabile è quella in cui si afferma "se esistono le leggi della Fisica come quella della gravità l'Universo si può creare dal nulla." Da fisico mi permetto di obiettare che il fatto stesso di accettare "a priori" l'esistenza di queste leggi, se l'Universo fosse stato creato dal nulla, richiederebbe comunque di giustificare "perché" e "come" sono nate; Hawking salta il problema dando per assioma la loro esistenza e da questo deduce la creazione dal nulla per loro mezzo. La contraddizione appare evidente. E per lo stesso motivo potremmo affermare che siccome gli aeroplani volano grazie alle leggi della fisica, sono stati creati dal nulla senza il bisogno di un inventore. Ancora meno strabiliante è il suggerimento dell'esistenza di altri sistemi solari ed altri mondi: il problema "se siamo soli" gli astrofisici se lo sono posto da vari decenni. Con la famosa "equazione di Drake", dal nome dello scienziato che per primo l'ha definita già nel 1961, è possibile calcolare la probabilità dell'esistenza di sistemi solari simili al nostro con risultati che confermano questa possibilità. Infatti, è sempre maggiore il numero di esopianeti e di sistemi solari analoghi al nostro che vengono scoperti con grande frequenza in questi ultimi anni man mano che si raffinano le tecniche di identificazione: quindi nessun messaggio nuovo ed eclatante anche da questo versante. Hawking sembra così rimangiarsi la posizione espressa in precedenza quando, nel suo libro "Una breve storia del tempo", ha sostenuto che la presenza di un Dio creatore e la comprensione scientifica dell'Universo non sono incompatibili. Addirittura ha scritto "se arrivassimo a scoprire una teoria completa sarebbe il trionfo definitivo della ragione umana perché conosceremmo la mente di Dio". Perché questa inversione a 180 gradi? Mistero.   Tutti hanno il diritto di cambiare idea, anche su temi di una tale difficoltà e delicatezza: quello che emerge però è che la dicotomia tra scienza e fede è ben lontana dall'essere risolta, ove mai questo sarà possibile. D'altronde, tutto questo è anche logico perché con la scienza noi misuriamo e cerchiamo di interpretare la natura; la Creazione, con buona pace del nostro, non è misurabile e la possiamo accettare solo per fede perché concerne una dimensione diversa, superiore alla natura fisica. Aspetteremo l'uscita del libro per analizzare la costruzione logica che ha portato Hawking a formulare le sue nuove tesi: non possiamo però esimerci dall'avere una posizione dubbiosa che prescinde dal credo personale e dall'essere cristiani. Le giustificazioni addotte da Hawking non hanno la forza per convincerci mentre ci sostiene la convinzione che esista un Creatore che, come diceva Einstein, non gioca a dadi e che, proprio per la sua visione superiore, creando l'uomo, ha ritenuto avesse un senso creargli intorno tutto il resto.

Dai blog