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Il ritorno di Umberto Eco

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Una scena del film

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È partito il tam tam e aumenta la curiosità con l'attesa per l'arrivo del nuovo libro dello scrittore italiano vivente più famoso nel mondo. Trent'anni dopo «Il nome della rosa», Umberto Eco ha scritto un nuovo romanzo, questa volta ambientato nell'Europa del XIX secolo tra spie, politici, sovrani e cospiratori di varia natura. Si intitola «Il cimitero di Praga» e sarà pubblicato nel prossimo mese di ottobre da Bompiani. Sarà un volume tra le 450 e le 500 pagine, dove Umberto Eco ricostruisce con estrema fedeltà lo scenario storico dell'Ottocento tra cospirazioni, rivolte e rivoluzioni. Nella storia si racconta di un cinico falsario che, ingaggiato dai servizi segreti di mezza Europa, ordisce trame, congiure, complotti, attentati che hanno, di fatto, orientato il percorso storico e politico del nostro continente. Un romanzo sulle pieghe più segrete e inconfessabili della politica di un Ottocento che riverbera una luce inquietante sul tempo in cui viviamo. «Il cimitero di Praga» esce a sei anni di distanza dal precedente romanzo, «La misteriosa fiamma della regina Loana» (2004). Il primo romanzo di Eco, «Il nome della rosa», una sorta di gothic novel con eruditi riferimenti al Medioevo, uscì nell'autunno del 1980 e vinse il Premio Strega nel 1981, diventando poi anche un film con Sean Connery. Critico, saggista, scrittore e semiologo di fama internazionale, Eco è anche un grande appassionato di Dylan Dog, l'indagatore dell'incubo, creato da Tiziano Sclavi, uno dei grandi del fumetto italiano, e proprio pensando a lui Eco disse: «Posso leggere Omero, la Bibbia e Dylan Dog per giorni e giorni». Non a caso allo scrittore è stato dedicato un tributo (sul numero 136) attraverso il personaggio Humbert Coe, che ha affiancato l'indagatore dell'occulto in un'indagine sull'origine delle lingue del mondo. Ma i lettori hanno seguito con passione anche la sua raccolta di divertissement, «Diario minimo», sugli argomenti più disparati, da rivisitazioni di romanzi a parodie di eventi storici. A cominciare dal racconto su «Nonita», grottesca versione del più noto romanzo di Nabokov («Lolita»), con la differenza che un giovane si innamora follemente di una donna anziana e ne descrive le decadenti virtù. Mentre «Fenomenologia di Mike Bongiorno» è l'analisi estremamente acuta del personaggio che ha creato la televisione riuscendo ad accattivarsi gli italiani con l'immagine di uomo ignorante, simpatico e mediocre.

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