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Alla scoperta della danza indiana

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La danza kathak si origina nel nord india ed appartiene ad uno dei 7 stili classici di danza indiana. Così come lo yoga la sua origine proviene dal signore " shiva" considerato nella filosofia hindu creatore e distruttore cosmico, ovvero colui che "libera" dal ciclo di nascita e morte. Può essere considerata al pari dello yoga, un percorso di conoscenza spirituale senza nulla togliere al grande potenziale in ambito di arte scenica, teatrale e della performance in generale. La musica indiana si esplica in cicli ritmici che ci rimandano a questa filosofia. Anche se in passato ci sono state sporadiche performances o stage in Italia la prima a portare la danza kathak in modo stabile è stata Rosella Fanelli, italiana vissuta a Lucknow per circa un ventennio. Definita dalla critica internazionale "un'anima indiana in un corpo italiano", Rosella sta diffondendo l'arte del kathak in Italia e all'estero (in particolare Usa, Israele, Francia) ha fondato l'associazione "ta ki te dha" kathak in italy per la diffusione del kathak e della cultura indiana ad essa collegata. In italia si avvicinano a questa danza molto spesso i conoscitori di altri stili indiani, oppure di danza orientale, infatti ancora non si ha molto chiara la connotazione "etnica" che erroneamente viene data ad una danza che proviene da una cultura diversa. Si rivolge a tutti in particolare giovani e adolescenti. Per i bambini è stato scientificamente provato (attraverso studi fatti nelle scuole in America) che la pratica del kathak funge da stimolatore cerebrale, induce alla concentrazione e aumenta la percezione a trovare la soluzione ottimale in un tempo breve. Per gli adulti è un ottimo esercizio dinamico in quanto attiva circolazione sanguigna (battito e movimento continuo dei piedi); accresce la coordinazione tra movimento e suono ritmico; modifica visibilmente i lineamenti del viso che si fanno più morbidi, tonici, mentre gli occhi acquisiscono una luce ed un magnetismo del tutto nuovo. Attualmente è addiruttura attivo un corso accademico (triennale + biennio) presso il conservatorio arrigo pedrollo di vicenza . Sono aperte le iscrizioni per l'anno 2010/2011 (entro primi di settembre) . Il 5 giugno si è concluso con uno stupendo saggio il primo anno di kathak con notevoli risultati . Ebbene sì anche gli italiani stanno danzando sulle note del sitar e dei tabla proprio come succede in india. In questa era globale "incontrarsi" danzando e facendo musica pò contribuire ad abbattere le famigerate "barriere culturali" di cui tanto si parla ma io credo che solo includendo le attivita' artistiche nei vari progetti di intercultura, si potranno effettivamente raggiungere i risultati sperati. Non dimentichiamoci che fare arte insegna a gestire tutte le dinamiche più contorte dell' ego, e soprattutto una disciplina come la danza può mettere "a nudo" e compiere quel lavoro di trasformazione fisica, mentale e spirituale di cui tutti hanno bisogno. Il 19 e 20 giugno stage allo Ials di Roma sulla danza kathak.    

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