Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Mastandrea voglio fare il soldato sul set violento dell'Afghanistan

Valerio Mastandrea

  • a
  • a
  • a

Dal mancato chitarrista rock di «Non pensarci» diretto da Zanasi al padre e marito assassino di «Un giorno perfetto» di Ozpetek, Valerio Mastandrea non sembra temere i ruoli contraddittori. «Più è ambiguo e antipatico il personaggio e più mi interessa, perché voglio disturbare il pubblico, costringerlo a riflettere, non rifuggo da ruoli negativi. Il bello di questo mestiere è la ricerca sull'essere umano, anche se il teatro più del cinema è una risorsa in questo senso», ha svelato l'attore davanti alla platea di studenti, nella Sala Umberto di Roma, affiancato dal direttore dei Venice Days Giorgio Gosetti, per un'anti-lezione di cinema con la complicità di Mario Monicelli, che compirà 95 anni il 15 maggio. Uno dei film più celebri del grande maestro, «Un borghese piccolo piccolo» con Alberto Sordi, è stato proiettato agli studenti per il progetto «Cinema&Storia/100+1. Cento film e un Paese, l'Italia», promosso dalla Provincia di Roma, l'Associazione Giornate degli Autori, con Cinecittà Luce e la Direzione Generale per il Cinema del Mibac. «Avevo 5 anni quando uscì il film di Monicelli - ha raccontato Mastandrea - lo vidi in tv ma ancora oggi ha temi attuali, come la voglia di sicurezza, la paura, il ricorso alla raccomandazione. Il cinema di Monicelli, come quello di Scola e Risi, era un'arma perfetta per raccontare il Paese, oltre a garantire successi commerciali». In molti attendono ora che Mastandrea porti in teatro «Accattone» di Pier Paolo Pasolini, un testo al quale l'attore si è già avvicinato. Il personaggio di Vittorio, l'Accattone, bullo disoccupato, ladro e pappone pieno di poesia che cade in moto e muore, l'ha interpretato più volte, dal 2003 ad oggi, persino fondendolo con il jazz. Chi meglio di lui può mettere in scena la periferia romana dura e violenta? Soprattutto alla vigilia della riapertura delle indagini sulla morte di Pasolini, di cui si parlerà domani con Guido Calvi, Gianni Borgna e Umberto Croppi, mentre Mario Martone presenterà il filmato inedito, realizzato nel 2005 a casa di Sergio Citti, in cui il regista racconta le immagini da lui girate all'Idroscalo poco dopo la morte del poeta. Sui programmi futuri Mastandrea non si sbilancia, ma è certo che «Pasolini ti fa pensare, non è intellettualoide, parla dell'uomo e delle sue miserie e ha di Roma, grazie agli amici da cui era circondato, una conoscenza sconvolgente. Alla regia ancora non ci penso, mi basta aver diretto il corto "Tre virgola ottantasette", con Germano e Trinca, breve storia sceneggiata da Vicari, sulle morti nei cantieri e infatti il titolo richiama la media annua italiana delle vittime. Ora vorrei interpretare un film di guerra, sui militari italiani reduci dall'Afghanistan o dall'Iraq. Mi interessano questi giovani non di leva che hanno scelto di arruolarsi e fare del militare una professione».

Dai blog