Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Guzzanti & Co: rende bene sparare a zero sul premier

Sabina Guzzanti

  • a
  • a
  • a

Una volta, quando gli sceneggiatori erano a corto di idee, ripescavano un testo di Shakespeare e ne facevano una bella riduzione cinematografica. Tanto, come diceva il grande Vittorio Gassman, i classici sono talmente belli che è impossibile rovinarli. Da un po' di tempo invece si «spara al piccione» e il piccione è, immancabilmente, un leader politico. Il leader è diventato, per il cinema italiano, ma non solo, il bersaglio preferito. E il leader preferito, ma non il solo, è l'attuale presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Si può essere anche un serenamente sconosciuto regista italiano naturalizzato svedese come Erik Gandini, con già all'attivo sei o sette film che non hanno fatto molto scalpore, ma basta mettere su un bel «Videocracy» e si diventa famosi, almeno in Italia. E se si è già famosi, come Nanni Moretti, un «Caimano», che terminava con un'Italia in preda ad una nuova stagione di bombe, garantisce subito titoli sui giornali e pubblicità. Ma il Cav non deve sentirsi solo. Il «Divo», di Paolo Sorrentino se la tornava a prendere con un obiettivo classico di tutti i «rivoluzionari» d'Italia, Giulio Andreotti. Anche se è a lui che probabilmente tutti dobbiamo dire grazie per essere in Italia a fare gli italiani, invece di ritrovarci a pulire i vetri delle auto in Francia o in Germania. Adesso arriva «Draquila» della Guzzanti. E intanto del paladino anti-Bush, Michael Moore, non si ricorda più nessuno.

Dai blog