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Decisioni impeccabili: a ciascuno il suo

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Così,quest'anno, temevo che i loro voti sarebbero andati in modo quasi plebiscitario a quel baraccone tutto effetti speciali che era "Avatar". Invece, pur avendogli dedicato ben nove candidature, al momento della resa dei conti gli hanno attribuito solo tre premi e tutti nell'ambito delle tecniche, com'era logico e giusto, e gli hanno largamente preferito - sei Oscar su nove candidature - quello che è stato certamente il miglior film americano della scorsa stagione, "The Hurt Locker", della grande, grandissima Kathryn Bigelow, premiata oltre tutto con i premi maggiori, miglior film, migliore regia, migliore sceneggiatura. Un risultato felice che onora fra l'altro per la prima volta una donna regista cui con quel film si è dovuta una vera e propria lezione di cinema, di alto cinema, con i ritmi giusti (un Oscar meritatissimo, anche per il montaggio), con un sonoro travolgente (Oscar anche quello), con delle immagini che, dovendo dirci della guerra guerreggiata, non potevano essere più essenziali e più riarse, fino, in certi momenti, a mozzare il respiro. Sono contento anche per i rappresentanti del cinema italiano. Uno dei pochi, veri meriti di "Avatar" era la fotografia, difatti premiata premiando nello stesso tempo il nostro Mauro Fiore che, in mezzo a tutto il bailamme, era riuscito a suscitare effetti visivi di autentica poesia. Come Michael Giacchino, Oscar anche lui, per la colonna sonora di "Up" della Disney. Certo vi avrei aggiunto volentieri anche l'importantissimo "Baaria" del nostro caro Peppuccio Tornatore, ma con un calcolo sbagliato non era stato nemmeno inserito fra le candidature per il miglior film straniero. Vi è finito invece, e poi ha vinto, un film argentino che qui da noi ancora non s'è visto, "El secretos de sus ojos", così non posso pronunciarmi. Mi pronuncio invece sugli attori: Jeff Bridges per "Crazy Heart" l'Oscar forse lo meritava, ma più di lui lo meritavano George Clooney per "Tra le nuvole" o Morgan Freeman per "Invictus". E così per le attrici: Sandra Bullock ("The Blind Side") ha la sua fama (pur discussa), io però le preferisco a priori Meryl Streep per "Julie & Julia" e Helen Mirren che concorreva con "The Last Station". Mentre mi fa un pò sorridere che il tanto acclamato Quentin Tarantino, carico di candidature, abbia finito per doversi accontentare di un Oscar per un non protagonista di "Bastardi senza gloria". Qualche cinefilo soffrirà, ma era forse il momento di demistificare certi miti.

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