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segue dalla prima Le foto di questo tipo, sconcio-buffonesche, hanno più probabilità di essere scelte per la pubblicazione.

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L'inaugurazionedella mostra, alla galleria Gagosian di Roma, ha avuto un prevedibile successo. Il che significa che sono accorsi in molti, che c'erano i fotografi, che le foto si sono vendute bene e che in ognuna era raffigurato almeno un personaggio noto. Significa che tutti quei peni di lunghezze parossistiche, ciondolanti o ritti fuori dalla patta, hanno intercettato la sensibilità artistica dei romani che «fanno opinione», con il plus che l'artista era presente e che all'inaugurazione è seguita cena per pochi selezionati ospiti, tra i quali ci si augura che si annidino gli acquirenti delle opere... Gerardo... sorride e ride perché se non sei ricco e non sei potente e non sei nemmeno un artista o un intellettuale, se non hai nessuna speciale competenza che ti impreziosisca, è un dovere sociale almeno non rompere i coglioni, non avere la faccia funerea e ciondolare lamentandosi, non ossessionarti e ossessionare con l'individuazione dei colpevoli delle tue disgrazie... Per chi non lo sapesse, va detto che detestare senza impegno, cioè solo a chiacchiere, tiene in vita anche i sassi ed è un gran bel modo di far scorrere il tempo nelle situazioni di stallo – tipo cene o feste o attese negli aeroporti. Tra una perfida indiscrezione e l'altra («Che 'cce 'o sai che qquello…» – alla romana), ho incontrato lo sguardo di Pizzi, il fotografo che mi aveva ripreso all'arrivo, sulla porta d'ingresso della galleria, però insieme a un mucchio di altre persone assolutamente ininfluenti. Scatti del tutto inutili dal punto di vista dell'autopromozione. D'improvviso decido di mettermi lì, col bacino spostato in avanti, come se stessi in faccia a un orinatoio, accanto al pene della tela. Chiamo Pizzi, che mi fa un paio di scatti, e subito un'altra manciata di persone si mette nella medesima posa, col fotografo che non vede l'ora di inchiodare al loro esibizionismo goliardico un bel po' di individui-cavia. Di solito, per ottenere fotografie appetibili, Pizzi deve buttarsi su damazze dai calcagni callosi che esplodono dagli stretti cinturini di sandali altissimi; su seni tremolanti già smollati nonostante il silicone; su soubrette stagionate con la bocca sporcata da troppo rossetto, riprese nell'atto di ingollare polpette e supplì. O scovare compunti ammiragli che con furia animalesca si avventano su legnose fette di prosciutto, ripiegandole in quattro nell'impossibilità di tagliarle, schiaffando tutto in gola e deglutendo in un sol colpo, senza strozzarsi grazie a una rodata attitudine al buffet. Sono queste le foto che vogliamo vedere, le foto che a noi lettori danno qualche minuto di sollievo e proficua distrazione da sé: osservare un po' di scosciata bellezza dell'ultima ora, ragazze appena diventate famose, e accanto a loro un mucchio di vecchiume maschile ricco e protervo, nonché un assiepamento di ex belle parecchio sciupate, portatrici di una volgarità ormai spoglia di ogni erotismo. Le donne che sfogliano i rotocalchi si consolano: vedono come in pochi anni un fior di ragazza possa trasformarsi in pagliaccesco fenomeno da corsa al buffet. E si sentono rinfrancate notando con che uomini si finisca per dover andare a letto per mantenersi a galla in società: vecchi commercialisti a conoscenza delle evasioni fiscali di mezza città, tinti e ritinti, impotenti e perciò ossessionati dal sesso; oppure ragazzotti di goffo narcisismo, tutti imbrattati... All'ingresso della galleria Gagosian c'erano i fotografi... Del resto, cosa vuoi dire mentre la gente ti urta, mentre il tuo sguardo cade su Gerry che - pur di farsi fotografare da Pizzi - si finge proprietario dell'orrendo pene iperbolico di una tela, mentre ogni pochi secondi qualcuno cerca di soffiarti l'interlocutore («Ciao Arnaldo, cosa mi dici? Hai visto chi c'è di là?»), mentre di tanto in tanto qualcuno cerca di agganciarsi pure a te («Erica, non sapevo che fossi a Roma!»), e soprattutto mentre qualche sconsiderato ti chiede cosa farai per cena, e insiste quando ti mantieni sul vago perché speri ardentemente che a invitarti a cena sia Arnaldo? Fu parecchio faticoso e - da non credere - la salvezza venne proprio dall'inutile Gerardo. Camilla Baresani

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