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E il tubino nero vale un milione di dollari

Audrey Hepburn a Roma con il figlio (foto Pizzi)

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Le bastava un tubino con un giro di perle intorno al collo o una gonna abbinata a un golfino e un foulard. Non le serviva altro per essere unica. E per non avere rivali, ancora oggi, in fatto di stile ed eleganza. Tanto che c'è chi dice che quel famoso tubino fu sì creato da Coco Chanel ma furono Givenchy e Audrey Hepburn a renderlo mitico. In effetti se provate a chiedere in giro di farvi il nome dell'icona dello chic di tutti i tempi, in moltissimi indicheranno la «Sabrina» cinematografica, accanto magari, a Jackie Kennedy poi maritata Onassis. Poi, a parte la regina Rania di Giordania dei nostri giorni, il vuoto assoluto. Resta Audrey il punto di riferimento per chi voglia incarnare la donna charmant. Un obiettivo reso assai difficile dalla consapevolezza che lo charme non si acquista, ahimè, ma lo si riceve in dote. Audrey, poi, certo, ci mise del suo, quando legò la sua esperienza cinematografica al genio creativo di Hubert de Givenchy. Un'accoppiata vincente da «Colazione da Tiffany» (film in cui indossò il celeberrimo tubino nero battuto all'asta per un milione di dollari) in poi. Celebrata da una serie infinita di mostre, da molte aste in cui il ricavato dei costumi di scena è andato in beneficenza (da Christie's l'abito nero in pizzo chantilly indossato in «Come rubare un milione di dollari ed essere felici» è stato venduto al prezzo di 66 mila euro). Fosse solo questo il modo per mantenere vivo il ricordo, il nostro simbolo dell'orgoglio anti-maggiorata non avrebbe certo da rivoltarsi nella tomba. Invece l'immagine di «Holly» e «Sabrina» ci viene oramai propinata in tutte le salse. Non c'è gadget che non ne porti l'effige sopra. A parte scarpe, abiti, occhiali e gioielli che furono realmente disegnati per lei e che le case di moda ripropongono ciclicamente, è tutto un fiorire di t-shirt, borse, portafogli, poster, bijoux, calendari con la faccia di Audrey stampata sopra. E ancora cappelli, pantofole, guanti, zainetti, copriocchi di seta per la notte con lo sguardo ironico e ammaliante della Hepburn, sveglie, paralumi, bicchieri da whisky, tazze da tè... Divertente oppure orrido, a seconda dei punti di vista. A «Sabrina» che sul set diceva: «Se non mi riconoscerai ricordati che sarò la ragazza più sofisticata di tutta la stazione», o a «Holly» con le cui celebri frasi («I diamanti prima dei 40 fanno volgare», oppure «L'eleganza è la sola bellezza che non sfiorisce mai») chissà se avrebbe fatto piacere vedere il suo ritratto sbattuto su qualsiasi oggetto. Certamente lei non se ne sarebbe andata in giro con il ritratto di alcuna attrice stampato sulla borsa. Perché lei era l'incarnazione dell'eleganza.  

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