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Quelle «vasole» di Borromini

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.Usa la narrativa «verosimile» l'architetto Eros Ciotti per «Il mistero delle vasole di San Giovanni» (Edizione Metropoli's Novecento), il suo racconto breve che dà una notizia inedita sulla storia di un monumento inserendola in un contesto storico-ambientale reale ben distinguibile dalle parti romanzate. Come l'inglese Lindsey Davis, con il suo investigatore Marco Didio Falco scopre i segreti della Roma imperiale, il protagonista della storia di Ciotti, insieme al lettore, riceve le coordinate per scoprire un «dono di gran valore» e come un detective, segue le tracce che lo porteranno a comprendere la complessità di quel «primordiale e divino disegno» che è l'oggetto rincorso. Meglio leggere un thriller piuttosto che un trattato di architettura, dunque, per sapere che a metà del '600 a Roccagorga, paesino dei Monti Lepini (oggi in provincia di Latina) passò l'architetto Borromini e che il pavimento del tempietto di Sant'Antonio, piccolo gioiello architettonico, porta la sua firma perché sarebbero quelle «vasole» destinate a San Giovanni in Laterano non più messe in opera nella basilica per un litigio con il marmista Santi Ghetti.

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