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Se il teatro punta sugli autori italiani

Francesca Reggiani

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Vuole configurarsi come «una solida realtà nella tradizione con gli autori italiani posti al centro del cartellone» il Teatro Sala Umberto che ha registrato nell'ultima stagione un aumento del 25% degli abbonati arrivati a quota 2800. A raccontare l'amore è infatti Gabriele Pignotta, definito «il Salemme degli anni Duemila» che apre la stagione il 29 settembre con «Ti sposo ma non troppo» di cui è autore, interprete e regista. Un'indagine dello spirito dei romani dagli anni Cinquanta a oggi è offerta dal 20 ottobre da Massimo Wertmüller impegnato in «I dolori del giovane Wert...müller», scritto e diretto da Gianni Clementi, mentre Francesca Reggiani si dedica a «Tutto quello che le donne (non) dicono» dal 10 novembre con regia di Valter Lupo. Merita interesse dal 1° dicembre Gianrico Tedeschi con «Metti in salvo il tesoretto», commedia con le musiche festose della CircoBanda, che costituisce una libera rielaborazione dell'attore a partire dall'«Aulularia» di Plauto e per la regia di Walter Mramor. Due fratelli sfortunati che vivono in borgata vengono messi in crisi dall'arrivo di un bielorusso in «Ben Hur» di Gianni Clementi che dal 15 dicembre coinvolge Paolo Triestino, Nicola Pistoia ed Elisabetta De Vito. Dopo il successo dello scorso anno all'Eliseo si replica dal 12 gennaio «Sillabari», scritto, diretto e interpretato da Paolo Poli a partire da Goffredo Parise. Francesco Paolantoni si confronta con l'eduardiano «Uomo e galantuomo» dal 26 gennaio con la regia di Armando Pugliese e Flavio Bucci è protagonista dal 16 febbraio di «Sarto per signora» di Georges Feydeau, diretto da Nucci Ladogana: «Volevo regalare un'immagine di me meno contorta perché di solito passo per un attore difficile e invece non è vero», ha dichiarato il noto interprete rispetto a questa nuova avventura. La coppia formata da Giampiero Ingrassia e Daniele Liotti anima dal 2 marzo «Testimoni», scritto e diretto da Angelo Longoni: «È un testo un po' più realistico del mio solito – ha commentato l'autore – C'è il rapporto del cittadino comune con la giustizia perché due amici assistono a un omicidio e decidono di collaborare, provocando il loro disastro personale e trovandosi costretti a vivere in un luogo protetto». Ancora indeciso sul titolo da proporre dal 16 marzo si è rivelato Rodolfo Laganà che potrebbe anche ricorrere al già collaudato «Se non fossi confuso, mi confonderei». Un quartetto brillante costituito da Amanda Sandrelli, Blas Roca Rey, Edy Angelillo e Andrea Lolli si espone dal 6 aprile in ìNon c'è tempo, amore”, commedia scritta e diretta da Lorenzo Gioielli. Per la chiusura, dal 20 aprile, ìI compromessi sposi” di e con Carlo Buccirosso, senza dimenticare il progetto speciale per le scuole sulla legalità associato allo spettacolo ìMinchia Signor Tenente” di Antonio Grasso con regia di Nicola Pistoia.

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