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Il ritratto di Dino Basaldella lo scultore tra ferro e oro

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EDino? Dino (1909-1977) è il primogenito e meno noto dei fratelli Basaldella: ma a questo poco valorizzato e validissimo scultore oggi le edizioni La Cometa dedicano il poderoso volume «Dino Basaldella» del noto specialista dell'arte italiana del Novecento Giuseppe Appella. Egli dell'artista ha seguìto l'attività – impregnata di grande maestria artigianale - dai primi saggi di uno spoglio naturalismo («Il pescatore di anguille», «Lo squalo»), alla vivida ed energica astrazione dei ferri e legni degli anni '70, alla produzione orafa impreziosita dai colori delle gemme, a quella grafica dei bellissimi carboncini e stampe, per completare il profilo di un artista rimasto ingiustamente sinora in ombra. Anche il Comune di Matera e il Circolo Culturale «La Scaletta» hanno dedicato a Dino Basaldella una mostra (aperta fino al 3 ottobre) nei tenebrosi Sassi, in cui le sprizzanti ed esplosive sue creazioni sembrano emergere direttamente dalla terra. Ma a suo tempo figurarono nelle Biennali di Venezia e nelle Quadriennali di Roma: oltre a divenire monumenti delle città italiane, da Udine a Roma e non solo.

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