Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Laetitia Casta stella del Louvre

Laetitia Casta al Festival di Cannes

  • a
  • a
  • a

{{IMG_SX}}"Mi sembrava di aver parlato attraverso l'emozione di Tsai Ming Liang, sono stata la sua burattina, ma è stato bellissimo", ha detto Laetitia Casta, oggi a Cannes per "Visage", il film in concorso di Ming Liang, malese di nascita, taiwanese di studi, francese di adozione. La pellicola, nata su invito del Louvre a Parigi e interpretata - oltre che dalla Casta - da Fanny Ardant, Jean Pierre Leaud e Lee Kang Sheng, è un esercizio stilistico sulle atmosfere del Louvre. Fuori concorso è passato ieri "The Immaginarium of Doctor Parnassus" di Terry Gilliam, con l'ultima interpretazione, prima che morisse, di Heath Ledger. Il dottor Parnassus ha un terribile segreto: migliaia di anni prima ha fatto un patto col diavolo. Per Gilliam il film è la metafora di come "l'individuo si accorga sempre troppo tardi dei propri errori e della fantasia che può salvare il mondo". Decisamente più cruda l'opera di Elia Suleiman, regista e attore palestinese con passaporto israeliano, che ha portato in concorso "The Time That Remains" (coprodotto dall'italiana Bim), amarcord della sua vita e della sua famiglia, dal 1948 a oggi. Film molto applaudito che denuncia con ironia gli orrori subiti dai palestinesi di Nazareth che non hanno voluto lasciare il proprio paese. Suleiman alla fine del film (quasi come Buster Keaton) non parla più e con l'asta per il salto supera il muro costruito da Israele in Giordania. E non è mancato il film-scandalo: Gaspar Noé, il regista che proprio sulla Croisette nel 2002 aveva proposto "Irreversible" (con la scena di Monica Bellucci sodomizzata per ben 9 minuti in un tunnel della metropolitana), quest'anno è arrivato con "Enter the Void" (ieri in concorso) che racconta la storia di un fratello e una sorella a Tokyo. Il film propone: incesto, aborto, sesso esplicito (etero e lesbico), alcune viste dall'interno della vagina. Noè descrive anche l'esperienza della morte con il Dmt (dimetiltriptamina), una droga. Un "melodramma psichedelico", lo ha definito il regista che ha voluto fare "un film allucinatorio e onirico dove la bellezza visuale prende il sopravvento sulla realtà". Alla pellicola hanno assistito, con molte polemiche, anche i due piccoli protagonisti.

Dai blog