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Bellocchio: «La mia storia sul figlio segregato del Duce»

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{{IMG_SX}}Marco Bellocchio con «Vincere» è l'unico italiano in gara per la 62esima Palma d'oro di Cannes (13-24 maggio). A ricordare il cinema italiano ci sarà anche Monica Vitti, nel manifesto tratto da «L'Avventura» di Antonioni, quasi a sottolineare - come afferma il presidente del festival di Cannes Gilles Jacob - una certa preoccupazione per il futuro del cinema d'autore. A rappresentare il tricolore arriverà poi Asia Argento, nella giuria presieduta da Isabelle Huppert, che sceglierà il vincitore tra 20 film in concorso. E Chiara Caselli, protagonista di un'opera francese di Mia Hansen-Love («Le pere de mes enfants»), nella sezione Un certain regard. Mentre nell'ambito di Midnight Screenings è attesa Monica Bellucci, interprete di «Non ti voltare» con Sophie Marceau, diretto da Marina De Van. Uno solo (e per la prima volta) anche il film americano in gara, «Inglorious Basterds» di Quentin Tarantino: colpa, secondo il delegato generale del festival Thierry Fremaux, dello sciopero hollywoodiano degli sceneggiatori. In corsa per la Palmares spiccano pure Pedro Almodovar («Los Abrazos Rotos»), Ken Loach (Looking for Eric, su e con il calciatore Cantona), Ang Lee («Taking Woodstock»), l'austriaco Michael Haneke («Dass weisse band»), la neozelandese Jane Campion («Bright Star», sugli amori del poeta Keats) e Lars von Trier con il film scandalo, autentica via crucis tra sesso e orrore: «Antichrist», con 6 minuti di sesso esplicito tra Charlotte Gainsbourg e Willem Dafoe che interpretano una coppia il cui bambino muore cadendo dalla finestra proprio mentre i due fanno l'amore. Quattro invece i film francesi: «Les herbes folles» di Alain Resnais, «Un prophete» di Jacques Audiard, «A l'origine» di Xavier Giannoli e «Soudain le vide» di Gaspar Noè. Sei infine gli asiatici: oltre al taiwnese Ang Lee, gareggiano Johnnie To («Vengenace» con Johnny Hallyday, cantante mito dei francesi), Lou Ye («Spring Fever» su un amore omosex), Brillante Mendoza («Kinatay»), Park Chan Wook («Bak-Jwi» storia di vampiri) e Tsai Ming-Liang («Face» con Laetitia Casta e Fanny Ardant). Bellocchio, per la settima volta sulla Croisette, è rimasto «sconvolto e coinvolto dalla figura di Ida Dalser (Giovanna Mezzogiorno), protagonista del film e presunta moglie di Mussolini (Filippo Timi), eroina antipatica che cerca in tutti i modi di far valere i propri diritti. È una doppia tragedia: sia lei sia Albino, il figlio avuto e poi riconosciuto da Benito, vennero rinchiusi in un nosocomio perché di loro si perdessero le tracce. È una pellicola piena di ritmo e velocità, quasi futurista, e non mi sono ispirato a Berlusconi». Anche se «questa italiana è una democrazia particolare e alcuni commentatori ne parlano come di un regime. Racconto 30 anni di vita italiana, oltre alla vicenda di una donna che, alla fine, vedrà il padre di suo figlio solo al cinema, nei filmati di propaganda».

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