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Opera: botta e risposta tra Regione e Comune

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LorenzoTozzi Quelle del Teatro dell'Opera di Roma sta ormai diventando una telenovela ma non certo delle più gradevoli. Non passa infatti giorno che la cronaca che lo concerne non riempia le pagine dei giornali. Il ping pong era sinora tra le rappresentazioni sindacali da una parte ed il Campidoglio e il Ministero dei Beni culturali dall'altra. Ma anche in un momento di relativa tregua grazie ad un'intesa siglata tra le parti in Campidoglio giovedì sera, sembra che le acque si siano ancora tutt'altro che placate. A vivacizzare la giornata si registra infatti, uno scontro ravvicinato di botta e risposta tra l'assessore alla Cultura, spettacolo e sport della Regione Lazio Giulia Rodano ed il Campidoglio. «Vedo che il sindaco Alemanno ora vorrebbe istituire un tavolo istituzionale sul Teatro dell'Opera con la provincia di Roma e la Regione Lazio – dice la Rodano - ma il tavolo esisteva ed era il Consiglio di amministrazione della Fondazione. Eppure - continua l'assessore - dalle stesse dichiarazioni del sindaco risulta sempre più chiaro che l'atteggiamento pregiudiziale sul commissariamento è stato proprio quello del Comune di Roma. È evidente che la normale collaborazione inter-istituzionale potrà essere ripristinata solo quando l'Opera non sarà più oggetto di gestione proprietaria da parte del Comune di Roma e le decisioni e l'amministrazione torneranno ad essere collegiali e non monocratiche». La risposta del Campidoglio non si è fatta attendere ed è stata quanto mai perentoria. «L'assessore Rodano sa bene quali sono le condizioni reali della gestione dell'Opera che hanno reso improcrastinabile l'intervento del ministero – ha dichiarato l'assessore alle politiche culturali del Comune Umberto Croppi - Il ministero, infatti, non può concedere al Teatro risorse aggiuntive oltre il ripristino del Fus, già previsto per tutti i teatri, se non dopo un commissariamento così come è già stato fatto a Genova. È proprio il commissariamento che apre la strada al reperimento di risorse aggiuntive da parte delle pubbliche istituzioni. Quello che ora serve - conclude Croppi - è un clima sereno di collaborazione istituzionale per assicurare all'Ente lirico un futuro all'altezza del ruolo che gli compete». Gli dà man forte Federico Mollicone (Pdl) presidente della Commissione cultura del Comune di Roma: «Pur auspicando, dopo l'accordo raggiunto giovedì, che si ritorni a un confronto istituzionale per la tutela del Teatro dell'Opera di Roma, non possiamo non sottolineare come sia stata proprio la Regione a ideologizzare lo scontro nei giorni passati. Il commissariamento messo in atto dal ministro Bondi era più che necessario – rincara la dose Mollicone - visti gli evidenti fallimenti della direzione artistica di Nicola Sani». Insomma dall'arte si è passati allo scontro politico. E lo dimostra anche l'intervento del sottosegretario ai Beni e attività culturali Francesco Giro: «L'assessore Giulia Rodano, alla quale ho sempre volentieri riconosciuto abilità e competenza - ha detto - in questa vicenda del teatro dell'Opera mi sembra ostinatamente in ritardo e anacronistica, come se volesse ogni volta rinfolocare una polemica che non c'è e non deve esserci. Se vogliamo salvare il Teatro dell'Opera di Roma - ha aggiunto - nulla potrà essere come prima e andranno arginati in qualche modo sprechi, privilegi e spese». Al Teatro dell'Opera, questa sera alle 18, è confermato lo spettacolo dei balletti russi.

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