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Quelle madri femministe sospese fra rabbia e amore

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Il Sessantotto e le battaglie femministe nelle vicende di una donna anticonformista, Malvina che aveva scelto di vivere a modo suo, di "volere anche le rose". E Roberta, la figlia, giovane libraia in piena crisi esistenziale e coniugale che ripensando al suo passato, scopre che le origini del suo malessere si annidano proprio negli anni dell'infanzia, trascorsa negli affetti avvolgenti della famiglia paterna, e nella piena assenza della madre Malvina. Da qui drammi, incomprensioni, conflitti sottaciuti, scabrosi segreti. Facendo chiarezza nel passato Roberta riuscirà a superare la crisi e a far pace con se stessa. Nel suo ventesimo romanzo, "Il gioco delle verità" (Sperling&Kupfer pag.500) Sveva Casati Modignani, pseudonimo di Bice Cairati e Nullo Cantaroni (scomparso nel 2004) compie un viaggio nel cuore di due donne sullo sfondo degli ultimi cinquant'anni, un intreccio ricco e avvincente, animato da una folla di personaggi, legami profondi, passioni sincere, amore... «E rabbia. - aggiunge Sveva - quella di Malvina, grande femminista, molto combattiva non solo nella teoria e quella della figlia Roberta che invece proprio per mettersi in contrapposizione vuole una famiglia da Mulino bianco ma si accorge che non funziona, che non basta». A fare le spese della passione femminista sono state le figlie? «Le esperienze dei genitori ricadono sui figli e anche se Roberta rimprovera alla madre la sua battaglia politica e la scarsa vocazione materna, si rende conto che volere una famiglia non basta, che non ci sono solo i colori pastello...». Ma qualche colpa è pure del marito? «Spesso la colpa è dell'uomo, del marito che in questo caso è amatissimo e ricambia l'amore, ma a Roberta non basta perché amare la compagna della vita significa farlo nei fatti non a parole, significa partecipare alla vita della famiglia, non vivere "altrove"...». Anche lui un po' assente? «Sì, come la maggior parte degli uomini, anche i migliori. Per loro la vita è fuori e la moglie o la compagna è come la casa, un luogo dove si fa ritorno». Ma l'abitudine non uccide l'amore? «Se c'è amore vero, ci sono valori come il rispetto, il piacere di condividere il bello e il brutto che la vita ci riserva. Se uno scappa di fronte alle difficoltà il matrimonio è finito». Lei che ha vissuto quasi trent'anni con suo marito Nullo con cui, peraltro, ha scritto 18 dei suoi 20 romanzi lo sa... «Lo so a modo mio, ma ognuno ha il suo modo di saperlo e di trasformare un amore in una bellissima abitudine...». Le femministe del '68 come le donne in carriera degli anni '90 hanno sacrificato la famiglia per le loro rivendicazioni: ma cosa resta? Siamo alla pari con gli uomini? «L'uomo allora aveva paura, oggi cerca di far fronte all'affermazione delle donne circuendole in tutti i modi e quindi, dopo battaglie accese e rivendicazioni sacrosante, il sistema maschilista considera ancora la donna un oggetto». Bella delusione... «Abbiamo passato giorni a manifestare, nottate a parlare e discutere ed oggi, basta guardare la tv, ci ritroviamo Grande Fratello, veline, tette finte, lifting...creature bellissime solo corpo ma il cervello e le idee dove sono? Basta sentirle parlare che ti cascano le braccia. L'uomo ha ancora paura della donna, ma è scaltro e trova sempre il sistema per confinarla all'angolo, un tempo davanti al focolare, oggi sul palco di un teatro o su una fuoriserie o in barca...ma sempre angolo è». Oggi le ragazze non hanno un sogno? «Cercano scorciatoie». L'esempio di noi madri non basta? «A volte no...E poi l'esempio peggiore viene dall'alto: se in alto vedi che le donne hanno più potere decisionale e contrattuale solo perché sono giovani e belle, allora pensi che bellezza e gioventù siano l'unico mezzo. E invece sono una resa». Anche "Il gioco delle verità" è un romanzo sui legami familiari, quindi su sentimenti e vicende normali, il suo solito "brand". «Assoluta normalità, quella che fa parte di ognuno di noi, non c'è nulla di strano né fatti clamorosi. Le piccole cose della vita, di tutti i giorni sono emozioni, sono pulsioni basta saperle sentire. Basta saperle raccontare». E Lady bestseller Sveva Casati Modignani lo sa fare benissimo.

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