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Bova: «Salviamo i giovani dalla droga»

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Ha appena iniziato le riprese di «Scusa ma ti voglio sposare», sequel della commedia sentimentale firmata da Federico Moccia, ma intanto presenta il suo ultimo film-verità, «Sbirri» diretto da Roberto Burchielli e dal 10 aprile distribuito da Medusa in 200 sale. Ad interpretarlo e a produrlo con la moglie Chiara Giordano è l'idolo delle teenager, Raoul Bova, bello impossibile che stavolta interpreta un giornalista d'assalto, al quale muore il figlio sedicenne (Alessandro Sperduti) dopo aver ingerito una pasticca di ecstasy. Il dolore fa scattare in lui la molla dell'inchiesta verità e, lasciando la moglie (Simonetta Solder) in attesa del secondo figlio, affronterà un viaggio nel crudo mondo della droga, tra pusher, tossici e poliziotti. Bova, il suo ruolo di padre sembra prevalere nel film su quello di giornalista. «Ho voluto realizzare questo film, anche perché sono padre di due figli, di 9 e 7 anni, ai quali sento di dover raccontare la verità sul mondo che dovranno affrontare da adolescenti. Devono sapere che dietro alle pasticche che sembrano caramelle colorate con le immagini di Pokemon, Batman o Smile, si nasconde la morte. E poi ho voluto capire cosa c'è dietro tutte queste stragi che purtroppo fanno parte della nostra cronaca». Si è davvero camuffato per partecipare alle operazioni antidroga, interrogatori e arresti compresi? «Sì, è stato molto emozionante seguire la U.O.C.D. (Unità Operativa Criminalità Diffusa) di Milano che si occupa del piccolo spaccio. La novità del film è quella di unire alla fiction il realismo: le operazioni della squadra inserite nella pellicola sono tutte vere. Molte immagini sono in presa diretta, con telecamere speciali, perché un genitore deve capire cosa succede sulla strada. Bambini di 10 anni tirano la cocaina e poi la spacciano per comprarsi jeans alla moda. O ragazzine che in preda alle pillole offrono i loro corpi ai poliziotti. Mentre fioriscono droghe sempre più devastanti, ora va di moda la Ketamima che fa muovere a scatti e prima si usava per i cavalli. Ho visto padri sconvolti e sbigottiti durante l'irruzione nelle loro case borghesi nel vedere i propri figli arrestati, scoprendo che si drogavano e spacciavano». Gli sbirri nel suo film diventano degli eroi negativi, ma nella realtà non sempre è così... «I poliziotti sono persone straordinarie, umiliate dai loro stipendi bassi che rischiano nuovi tagli. È assurdo. Non è vero che tutti i poliziotti sono corrotti. Non dobbiamo avere sempre una visione cinica delle cose. Non possiamo togliere ai giovani la possibilità di sognare, di avere un futuro: devono sapere che non ci sono solo eroi negativi, ma anche poliziotti positivi, eroi normali come quelli che appaiono in "Sbirri"», ha concluso Bova che da giovane ha tentato invano di entrare nell'Arma dei Carabinieri e nella Guardia di Finanza.

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