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L'Opera di Roma torna a sperare con Muti e i balletti russi

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Meritodel sindaco di Roma Alemanno che, incontrando martedì sera ancora una volta in Campidoglio le organizzazioni sindacali e dopo il consiglio di amministrazione da lui presieduto, ha lasciato prevalere il buonsenso per non interrompere quel rilancio già avviato nel trimestre dicembre-febbraio con programmazioni quali l'«Otello» e «Ifigenia» di Muti e la discussa ma pur sempre di respiro internazionale «Aida» di Bob Wilson, per non dire delle chicche del nazionale «Blue Planet» e «Il re nudo». Sembra così che l'ipotesi tanto paventata del commissariamento, che sarebbe suonata come immotivata e quindi punitiva agli occhi di maestranze ed artisti, insomma di quanti lavorano per tenere alto il nome del Teatro Costanzi, sia per il momento rientrata. Ipotesi è infatti che del deficit previsionale di otto milioni di euro, circa tre vengano recuperati dalle maggiori entrate registrate dal teatro grazie alla sua politica di tutto esaurito ed il resto possa essere risanato dagli enti pubblici (Comune, Regione e Provincia), e magari da nuovi sponsor privati catturati dalla parabola ascendente del teatro. Sarebbe stato davvero un autogol formidabile quello di rinunciare a recite di «Efigenia» diretta da Muti, che si stanno avviando al tutto esaurito, interrompendo nel nascere quello slancio, già a chiare note riconosciuto dal direttore artistico Nicola Sani. È così anche probabile che il sovrintendente Ermani, comunque dimissionario, possa rimanere al suo posto, magari affiancato da quello che a giugno del 2010 dovrebbe rilevarne la poltrona (il nome più gettonato resta sempre quello di Maurizio Pietrantonio, attualmente sovrintendente del Teatro lirico di Cagliari). Si attendono allora ulteriori incontri per definire in concreto il modus operandi per uscire dall'impasse, ma il primo e decisivo passo è fatto e questo autorizza una buona dose di legittimo ottimismo. Sono tra poco in arrivo le serate di balletto targate Diaghilev, per il centenario della nascita dei balletti russi (dal 7 aprile) che dovrebbero dare ulteriore motivo di soddisfazione, oltre che a Carla Fracci, anche a quanti lavorano con entusiasmo al Costanzi.

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