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Nella spirale di Yoko Ono

Yoko Ono

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Il Leone d'oro alla carriera a Yoko Ono procurerà un'altra ferita all'esercito degli appassionati dei Beatles. Ritenuta all'unanimità la dark lady che di fatto pose fine all'amicizia fra i quattro ragazzi di Liverpool (in particolare al rapporto fra John Lennon e Paul Mc Cartney), l'ormai settantaseienne giapponese, insieme ai tanti rimorsi, può vantare un passato da artista che risale a molti anni prima del suo incontro con Lennon. La madre di Yoko era una Yasuda e apparteneva ad una corporazione finanziaria, commerciale e industriale che ha sempre costituito la spina dorsale dell'economia giapponese; suo padre proveniva da una famiglia di samurai, le cui origini risalivano a un imperatore del nono secolo. Economista, poliglotta, nel 1936, direttore della Banca del Giappone, si trasferì con tutta la famiglia a San Francisco. Yoko, tre anni, ebbe la possibilità di crescere bilingue. L'anno dopo i rapporti nippo-americani si fecero così tesi per l'attacco giapponese alla cannoniera "Panay", che la mamma ritornò in Giappone e il padre fu trasferito a New York. Da allora iniziò il via vai fra Tokyo e New York dove Yoko si stabilì nella seconda metà degli anni Cinquanta. Fu allora che entrò in contatto con le realtà avanguardistiche di Manhattan, incrociando John Cage, Terry Riley, David Tudor, Walter De Maria e in particolare La Monte Young, genio della neo-avanguardia musicale, leader della cosiddetta "musica a corpo solido", il primo a dare fuoco ad un violino su un palco molti anni prima che Jimi Hendrix incendiasse la sua chitarra. Fidanzati e soci, Yoko e La Monte Young costituirono per lungo tempo la coppia più spinta di tutta New York: celebri le loro performance teatrali in cui contavano fagioli o cucinavano zuppe, che puntualmente si concludevano con delle colossali zuffe in platea. Yoko Ono, che aveva studiato musica seriamente ad Harvard, sotto la guida di importanti compositori come Aaron Copeland, nelle sue performaces era solita scrivere musica direttamente sul palco per poi cospargere di uova e marmellata la partitura, completando l'opera con l'inchiostro sumi giapponese con il quale "dipingeva" con le mani l'intera partitura. Il tutto si concludeva con un bel falò, non prima di aver cosparso i fogli con un spray che ritardava il propagarsi delle fiamme. Arte ispirata a Marcel Duchamp, definita concettuale, comportamentale, direzionale. A seconda dei casi. Questo l'ambiente artistico in cui si muoveva l'intrigante giapponese, fino ad arrivare al giorno in cui il destino fece in modo cambiare il corso della musica pop. Accade il 9 novembre 1966, quando John Lennon incontrò Yoko Ono all'"Indica", una galleria d'arte londinese. Un punto d'incontro importante, stimolante, a cui Paul Mc Cartney aveva donato cinquemila sterline. Da quel giorno la coppia divenne inseparabile, l'influenza della Ono nella vita artistica di Lennon, che sposò nel 1969, fu totale. Era lei a presenziare le sedute di registrazione, a selezionare droghe e abitazioni, strumenti musicali e amicizie personali, mettendo di fatto John contro il suo amico d'infanzia Paul Mc Cartney, che lei considerava una sorta di Salieri della musica pop. I Beatles resistettero altri tre anni ma i germi dell'invidia e della rivalità nacquero in quei giorni, anche se, a dire il vero, Sir Paul si difese con le stesse armi imponendo la presenza di Linda Eastman, che in quanto ad arrivismo e a supponenza non era seconda a nessuno. Storie parallele di colpi bassi che arrivarono fino al dicembre del 1980, quando Lennon venne assassinato a New York, davanti all'ingresso del Dakota, dove la coppia si era trasferita. In quei giorni Yoko combatteva la sua dura battaglia contro la disintossicazione dall'eroina, il tutto, per quanto possibile, di nascosto a John, che nel frattempo si era appassionato alla barca a vela ed era in procinto di raggiungere la natia Liverpool da Long Island, in onore della sua provenienza marinara. Ma il destino aveva deciso diversamente.

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