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«È un libro di Kennedy e non su Kennedy. Questo è il ...

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«John F. Kennedy - Ritratti del coraggio» (Gaffi, pag. 262) ancora oggi, a cinquanta anni di distanza, è letto avidamente nelle librerie americane come un intramontabile long-seller rivelandosi uno di quei libri che non muoiono mai, che riescono a sorprenderci per la loro attualità. Scriveva John F.Kennedy: «Un uomo fa il suo dovere a dispetto delle conseguenze personali, nonostante gli ostacoli, i pericoli, le pressioni: questo è il fondamento dell'intera moralità umana». Nel 1954 il senatore JFK fu operato alla spina dorsale per i postumi di una ferita subita nel Pacifico durante la Seconda guerra mondiale. L'operazione andò abbastanza bene, ma la degenza in ospedale e la convalescenza furono piuttosto lunghe. Confinato nella sua casa del Massachusetts, Kennedy decise di scrivere un libro sul «coraggio politico» e compose i profili di alcuni personaggi della storia americana che avevano colpito la sua immaginazione. Kennedy lo volle scrivere e pubblicare quasi in forma di monito, forse soprattutto per se stesso: un libro che avesse il compito di ricordare ai politici, come agli elettori, che la politica poteva essere diversa, che i politici potevano essere migliori e lo fece portando come esempio otto autorevoli personalità dimenticate dalla storia americana, otto uomini politici che si erano contraddistinti per il coraggio delle loro scelte, che avevano usato il proprio potere e il proprio peso politico per assumersi la responsabilità di scelte impopolari, che avrebbero messo a rischio la propria carriera, pur di agire in difesa del bene comune, della giustizia e della democrazia. Questa nuova traduzione di «Kennedy, Ritratti del coraggio», oltre all'introduzione del sen. Malan, è completata dalla toccante introduzione di Robert Kennedy, scritta a poche settimane dalla morte del fratello e da un saggio introduttivo sulla storia del padre della primogenita Caroline Kennedy.

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