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Carlo Sgorlon è stato nelle scorse settimane protagonista di ...

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Spiega la sua weltanshaaung (il mondo contadini, le tradizioni, i valori etici, i miti, nla diffidenza verso la storia intesa come meccanico processo di sviluppo). Ma poi racconta, con parole pacate e pesanti come pietre, l'ostracismo subito da critici e case editrici, la cancellazione quasi programmata del suo nome dall'universo letterario solo perché veniva considerato autore conservatore, se non di destra, etichetta peraltro che Sgorlon ha rigettato. E tutto nonostante i molti premi vinti (dal Campiello allo Strega, al Nonino, al Flaiano) e la mole di copie vendute. «Fui il primo a sollevare il velo sulle foibe, anche questo è stato ignorato», aggiunge Sgorlon. Ora consegna a Il Tempo - che, alla vigilia di Natale, prima che scoppiasse la querelle sollevata dallo scrittore Giuseppe Conte, ha pubblicato un suo suggestivo racconto - questa ulteriore riflessione sulle censure della critica nei confronti di certi temi e di certi autori. Li. Lom.

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