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Gli artisti sognano l'aiuto di Stato

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Dunque, ecco come ragiona chi firma dipinti, sculture, foto, installazioni, video: il lavoro creativo non basta per vivere, anzi si è costretti spesso ad affiancarlo a una seconda occupazione. E l'ideale sarebbe un aiutino pubblico. Ispo ha lavorato sul campione degli oltre tremila autori che hanno partecipato al Premio Terna 01 (124 finalisti, proclamazione dei vincitori il 13 novembre e possibilità di votare on line fino all'11 novembre). Ne è emerso che se per metà degli interpellati l'arte italiana «gode di buona salute», il 68% non riesce a vivere solo delle proprie opere. Il 79 % vedrebbe con favore una qualche forma di sussidio statale e il 75% ha un rapporto conflittuale con i galleristi. Analizzando meglio i dati, si scopre che il problema non è monetario: il 64% misura il proprio successo sul grado di soddisfazione personale, il 20% quando è apprezzato dai critici e solo l'11% «non si ritiene "arrivato" solo per motivi economici». Spiegano i sondaggisti: «Se da un lato emerge la forza creativa come motivazione principale e una certa noncuranza nei confronti del denaro, dall'altro il sostegno di un soggetto terzo è considerato fondamentale per esercitare l'attività». Anche se, in questo caso, rischia di scontrarsi con la maggioranza degli italiani: afferma Ispo che soltanto un terzo (34%) ritiene che l'arte contemporanea debba essere supportata con soldi pubblici. Intanto però potrà venire dal Premio Terna un sostegno finanziario per i giovani artisti. Alle sezioni «Megawatt» e «Gigawatt», riservate rispettivamente agli artisti over e under 35, andrà un premio in denaro. Chi vincerà la sezione «Terawatt» (ad invito per artisti di fama) devolverà la somma al MAXXI, il museo del Ventunesimo Secolo in dirittura d'arrivo a Roma. Tra i partecipanti, Cucchi, Canevari, Plessi, Mambor, Basilico. Li. Lom.

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