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«Scrivere è solitudine, non stare sotto i riflettori»

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L'ansia da premiazione non ti fa sentire più all'altezza e quasi ci si blocca. Ma questo appartiene al passato». I premi la fanno sentire sotto i riflettori. «Sì. Essere sotto i riflettori non mi piace. Anche se vincere un premio è ambizione di chi scrive. Scrivere è sempre solitudine». Solitudine come? «Solitudine, nel senso che ci si deve sentire dimenticati dal mondo per indagare e scoprire dentro se stessi». Dov'è nata? «A Firenze. Per motivi di lavoro di mio padre mi sono trasferita prima a Caserta e poi a Genova. Sono andata a vivere a Torino all'età di dodici anni». Figlia di genitori separati. Ha sofferto? «Mia madre si è risposata, è arrivata un'altra figlia di tredici anni più piccola di me. Io sono la maggiore. Sono molto legata ai miei fratelli». Della sua infanzia cosa ricorda? «Le vacanze da mia nonna paterna in Versilia». Era brava a scuola? «Ho frequentato il liceo a Torino e l'università. Non ero una studentessa modello, ma la scuola mi piaceva». Come ricorda suo padre? «Avevo diciannove anni quando mio papà è morto. In lui riconosco molte cose del mio carattere. Considero padre anche il secondo marito di mia madre». Quando ha cominciato a vivere? «Laureatami, collaboro con l'Espresso, poi mi trasferisco in Inghilterra e lì ho come un vuoto pneumatico e comincio a scrivere. Da piccola amavo leggere e più leggevo più l'amore cresceva. Pensavo di non essere mai all'altezza di scrivere. Poi invece mi son dovuta ricredere». Mamma, moglie, scrittrice: tre ruoli diversi? «Tre mie esigenze fondamentali. Quattro figli mi hanno regalato tanta serenità, mio marito Emanuele è un ottimo compagno. Ci siamo conosciuti vent'anni fa, avevo venticinque anni. È molto diverso da me, ma abbiamo interessi comuni come il senso della famiglia, dei figli e l'amore per la campagna Toscana. Scrivere è davvero qualcosa di cui ho bisogno». È difficile scrivere ed essere mamma e moglie? «Per lavorare mi son data delle regole precise. Scrivo sino alle sedici del pomeriggio, poi tornano a casa i miei ragazzi». L'amicizia è fondamentale? «È un pilastro. Ho poche amiche, ma amiche di sempre e per sempre alle quali tengo moltissimo». Come si immagina tra vent'anni? «Mi vedo in campagna circondata da tanti libri, dai miei figli dai nipoti e dai cani».

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