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Nino D'Angelo: «La mia Napoli maltratta e dimenticata da tutti»

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L'attore e cantante esprime un lamento accorato: «Il concerto di José Carreras in omaggio a Pavarotti, un'esibizione lirica sulla canzone napoletana, ha registrato l'altro ieri 60 mila presenze ed è stata una delle più belle esperienze della mia vita. I napoletani erano felici, c'era quasi il segno della vittoria sui loro volti. Quei media nazionali che hanno fatto fare il giro del mondo alle immagini di Napoli piena di immondizia hanno, però, ignorato l'evento. Mi dispiace che la mia città serva solo quando fa il male, mentre se vi accade qualcosa di buono non interessa a nessuno: è un grande sbaglio». Cosa vorrebbe offrire ai napoletani? «Ho intenzione di togliere l'immondizia dalla testa della gente oltre che dalle strade. Napoli è di pietra, ma è come se fosse una persona: ha gli stessi pregi e difetti di un essere umano e come tale andrebbe trattata. Ogni evento che la riguarda risulta amplificato nel bene e nel male perché il suo valore è troppo grande per l'Italia tutta e per il mondo. Voglio difendere la Napoli popolare e vera, quella delle persone perbene, di chi si oppone alla camorra e all'ingiustizia, come di chi sa godere della libertà e della cultura del teatro». Qual è il suo contributo alla Festa di Piedigrotta? «Bisogna rispettare la sua origine e il legame con la tradizione, mirando a uno sviluppo sempre crescente di questa manifestazione, nata come celebrazione religiosa e ripresa dopo tanti anni di sosta. Quando ero bambino mi ci portava mia zia e me la ricordo velatamente. Nei prossimi giorni verranno presentate venti canzoni inedite scelte fra cento domande di partecipazione: dieci saranno eseguite a Porta Capuana e dieci a San Martino con una serata finale alla Rotonda Diaz. Il 12 è prevista la Messa, officiata dal cardinale Sepe, e il 13 sarà la volta del mio spettacolo, chiamato per l'occasione, "A Maronna ci accompagni": il brano "Bella" mi emozionerà in maniera speciale perché mi impegno a dedicarlo alla mia città che è stata capace di risorgere da tutti i problemi che ha avuto». Ha scelto come madrina dell'evento Sophia Loren. Che immagine ha di lei? «Sarà la prima volta che lavoreremo insieme. L'ho conosciuta in varie occasioni e due o tre anni fa è intervenuta al mio compleanno: le ho cantato "U Padre". La sua bellezza, apprezzata dal mondo intero e non contaminata dal tempo, può diventare l'emblema di Napoli, un volto stupendo da sovrapporre a tutti quegli orrori con cui siamo stati dati in pasto alla stampa internazionale. Chi meglio di una donna così perfetta può dare lustro a una realtà ingiustamente martoriata e vilipesa?». Crede che il teatro possa aiutare la sua città? «Quando mi hanno assegnato la direzione artistica del Trianon Viviani, ho chiesto subito alla Regione Campania di poter applicare prezzi bassi per consentire anche ai meno abbienti di accedere agli strumenti culturali. La nostra civiltà partenopea si regge sulla prosa e sulla musica, beni che non devono rimanere nelle mani di pochi, ma conservare la loro natura popolare. Ho scelto, infatti, di seguire la linea della creatività napoletana con un cartellone in cui spiccano Carlo Giuffrè, Luigi De Filippo, Leopoldo Mastelloni e tanti altri comici. I nostri abbonati sono passati da 65 a 3.500 e già abbiamo due mila prenotazioni per la nuova stagione. Desidero che il mio teatro appartenga alla gente proprio come la Festa di Piedigrotta». Si sente tanto diverso dal «caschetto d'oro» della sua gioventù? «Sono cambiato all'esterno e forse ho accumulato maggiori consapevolezze, ma il mio cuore batte sempre per la mia Napoli che non merita di essere bistrattata. Sapremo dimostrare la potenza della nostra arte e tutelare un patrimonio storico inattaccabile».

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