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«A teatro, con emozioni che cambiano»

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Il tempo che passa le regala... «Tante emozioni in più, qualche soddisfazione e qualche rimpianto. Comunque guardo il futuro con ottimismo a volte penso anche al mio passato». Dove è nato? «A Genova nel 1948 e a diciassette anni ho frequentato proprio la scuola di teatro dello Stabile di Genova». È lì che ha conosciuto Massimo Lopez... «Sì. È nata un'amicizia e un sodalizio professionale profondissimo». E il suo debutto in teatro...? «Era il 1970 un testo di Bertolt Brecht "Madre Courage" proprio con lo Stabile di Genova e con lo stesso teatro ho lavorato sette anni». Che cos'è il teatro..? «Il teatro è un'emozione che cambia ogni sera. Il teatro non si registra, è un rito che si compie lì per lì. E rifare uno spettacolo non è mai la stessa cosa anche se sono in molti a credere questo, il pubblico cambia quindi non si rifà mai lo stesso spettacolo». Che bilancio fa della sua vita? «Un bilancio positivo. Lo spettacolo mi ha dato tanto. Qualche rimpianto per non essere diventato ancora un numero uno. Ma c'è sempre tempo». Le piace il gioco? «Mi piace giocare in scena e nella vita. Cerco di trasmettere emozioni e sensazioni anche fuori dal palcoscenico». Si ritiene un attore comico? «Comico e drammatico può essere la stessa cosa, anche se negli spettacoli leggeri si può comunicare tanta angoscia». E la televisione? «Tutta colpa o merito di Pippo Baudo e per la televisione ho lasciato il teatro per un po'». Conosce il cabaret? «Assolutamente sì, l'ho frequentato con Grillo. Comunque mi piace tornare periodicamente al teatro, è un po' come tornare a casa dai propri genitori». Il teatro è la sua vita? «Il teatro è la vita e il mio spettacolo che di questi giorni è un condensato proprio della vita». Il teatro sarà per sempre? «Il teatro rimarrà sempre perché è uno dei pochi momenti nei quali ci si ritrova in certo posto in un certo momento per un certo rito». Conosce la solitudine? «Il palcoscenico a volte serve anche per scongiurare la solitudine».

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