Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Dina D'Isa [email protected] CANNES Ieri sulla ...

default_image

  • a
  • a
  • a

La storia riguarda il primogenito di Junon (Deneuve) e di Abel (Jean Paul Roussillon), Joseph, morto a sei anni di una malattia genetica, nonostante i due abbiano messo al mondo Henri proprio per fare la trasfusione. È così che Henri (Mathieu Amalric) cresce con la colpa più grande, odiato dalla sorella Elizabeth (Anne Consigny), sopportato dal fratello Ivan (Melvil Poupaud) e dal cugino Simon (Laurent Capelluto). Elizabeth arriva in tribunale a salvarlo dai debiti a patto che sparisca dalle loro vite, quando la madre Junon scoprirà di avere la stessa malattia che fece morire il primogenito. Paul, il lunatico adolescente figlio di Elizabeth, è compatibile ma ecco che torna Henry con la carta del riscatto: per il referto medico è infatti compatibile anche lui. Intanto, Silvia (Chiara Matroianni) scopre di essere da sempre l'amore segreto di Simon, con il quale va a letto proprio la notte di Natale. «Ho avuto difficoltà a pronunciare quelle frasi, a dire ad un figlio che non lo ami. Noi siamo programmati per amare i figli ma non sempre è così ed è terribile doverlo ammettere. Del resto Desplechin mette in scena una coppia, quella di Junon e Abel, così forte e così esclusiva, da lasciare fuori tutti gli altri, figli compresi - ha spiegato l'intramontabile Deneuve, classe 1943 -. Invecchio bene grazie alla mia curiosità, forse è per questo che mi scelgono anche i nuovi registi, senza dimenticare però che mi vuole anche Manoel De Oliveira. Recitare accanto a mia figlia, Chiara Mastroianni, non mi ha creato alcun problema. Era strano all'inizio, ma ora è divertente. Sul set la considero un'attrice come le altre», ha concluso la diva francese che, per anni legata a Marcello Mastroianni, arriva ora a Cannes con una sorta di raccomandazione: in giuria c'è infatti Marjane Satrapi, il cui film "Persepolis" è stato doppiato da Deneuve e Chiara Mastroianni, mentre l'altra giurata francese, Jeanne Balibar, è madre di due figli avuti dal suo ex Mathieu Amalric, l'infelice Henri. Anche l'altro film in concorso ieri, "Le tre scimmiette", racconta drammi familiari diretti dal regista turco Ceylan che vede nella famiglia un nucleo «fallito, dove i personaggi scelgono di ignorare la verità, insabbiandola pur di stare insieme: non vedono, non sentono e non parlano, come le "tre scimmiette"». Un ruolo da diva lo sfoggia sulla Croisette anche Ornella Muti che a Cannes ha battezzato la sua nuova linea esclusiva di gioielli da lei disegnati, da comprare solo su Internet, ideati «per dare a tutte le donne del mondo il mio stesso piacere delle cose belle con un tocco di originalità personale - ha svelato la diva che è stata la padrona di casa nella cena esclusiva dello Spazio Italia sulla Croisette -. La scoperta di Internet e la possibilità di avere un nuovo mondo a disposizione mi hanno convinta a provare: oltre a pochi pezzi esclusivi (con oro e diamanti), il resto è improntato alla semplicità, con argento, zirconi e pietre dure, per chi ama le cose belle senza dover per forza spendere troppo». La nuova attività e il suo nuovo fidanzato, l'imprenditore Gian Maria D'Alberto, non le impediscono però di seguire il suo lavoro nel cinema: «Sono fiera aver contribuito a restituire qualcosa a questo mondo in cui sono cresciuta, facendo restaurare l'episodio di Fellini in "Tre passi nel delirio". Abbiamo presentato il restauro di "Toby Dammitt" al Tribeca Festival di New York sotto l'egida di Martin Scorsese e della sua Cinema Foundation. Da attrice ho invece tre progetti in cantiere: uno italianissimo e gli altri due più internazionali, ma per scaramanzia non voglio dirne di più».

Dai blog