Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

La favola sentimentale di Moccia tra fan e polemiche dei liceali

default_image

  • a
  • a
  • a

Il liceo (dove in parte è stato girato il film) da circa 15 anni ha un cineforum, dove sono state presentate ai liceali pellicole di grande spessore, come "In questo mondo libero" di Ken Loach o "Elizabeth" di Kapur e si attendono ora i film di Antonioni, oltre a "Gli Indifferenti" di Maselli, tratto da capolavoro di Moravia. Ma è giusto presentare un film leggero, come quello di Moccia in un liceo dove gli studenti sono abituati a vedere film impegnati? Forse no, viste le polemiche che sono saltate fuori ieri nell'incontro, tra giornalisti, studenti, professori e cast del film, che racconta una semplicissima storia d'amore tra una giovane diciasettenne (Michela Quattrociocche) e un 37enne (Bova). La polemica è scoppiata quando un giornalista, rivolgendosi alla preside Carla Sbrana, ha chiesto come mai un film come quello di Moccia - secondo lui poco educativo - fosse nel programma cineforum della scuola. Per la preside «la cultura non deve essere fatta di paletti e condizionamenti, ma aperta ad ogni influenza e non ragionare così significa essere integralisti. Non entro nel merito del film di Moccia ma i ragazzi devono essere abituati a ogni esperienza culturale che li aiuti a formare uno spirito critico». Ma per molti ragazzi la visione delle cose è piuttosto diversa. P.L. (II liceo classico, sezione H) «non si è identificata nel film, è impossibile che una ragazza di 17 anni trovi il coraggio di dire ai suoi genitori di avere una storia con un 37enne». Della stessa opinione la sua compagna di classe B.M: «È ancora meno credibile che Bova si presenti ai genitori di lei come il ragazzo della figlia». Mentre per G.M.M «questi film sono dispersivi, pieni di sogni, invece la nostra generazione è meglio che oggi stia con i piedi per terra per risovere i problemi». Per Federico (IV A), «i ragazzi di Moccia vengono fatti passare per degli sciocchi assoluti. Non mi ci riconosco e non mi ci voglio riconoscere». «Non ho mai letto un libro di Moccia e me ne vanto - aggiunge Licinia (II H) -. Non che il film sia brutto, è una commediola carina. Ma non è vero che nel sogno di ogni ragazza c'è solo l'amore disperato». Beatrice (II A) «non ha mai avuto una storia con un uomo così grande e non conosco amiche con storie del genere, la storia è inverosimile». E infine per Luca Z. (IV G) «si tratta di un film che piace più alle ragazze, noi ragazzi preferiamo film d'azione». Raoul Bova è rimasto sorpreso «per questa eccessiva attenzione moralistica. È solo una storia bella e romantica tra una diciasettenne e un trentasettenne: oggi le ragazze sono più grandi della loro età e i quarantenni più giovani di quanto risulti all'anagrafe. Avevo voglia di fare una commedia leggera, dopo tanti ruoli drammatici, una parentesi che mi ha divertiro e vorrei ripetere. Ora inizierò a girare un cortometraggio di denuncia contro la pena di morte con la regia di Gianluca Petrazzi. Moccia ha poi dichiarato di essersi ispirato «per il film alla commedia "La voglia matta", scritta da mio padre Pipolo, con Tognazzi e la Spaak. La mia non è una storia lontana dalla realtà: ho raccolto nel blog molte testimonianze di ragazze che hanno vissuto storie simili. Il mio successo è difficile da inquadrare. Sono spesso crocifisso solo perchè rappresento una siuazioni che molti non riconoscono».

Dai blog