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«Uno su due» diretto da Eugenio Cappuccio

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Volo: film nato in ospedale«La malattia ti cambia la vita». Con lui uno strepitoso Ninetto Davoli

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Un'esperienza che l'ha aiutato ad interpretare «Uno su due» il film di Eugenio Cappuccio con Anita Caprioli, uno strepitoso Ninetto Davoli, e Agostina Belli, alla Festa Internazionale del Cinema di Roma nella sezione «Premiere». Nella pellicola, il presentatore-attore si cala nei panni di Lorenzo, un avvocato trentenne e rampante che dopo un improvviso ricovero in ospedale deve rivedere i suoi valori. «Mentre scrivevamo la sceneggiatura (Volo nè è autore con Michele Pellegrini, Francesco Cenni, Massimo Gaudioso e Eugenio Cappuccio), come il personaggio, siccome seguo il metodo Stanivlaskij - ha ironizzato - anch'io sono finito in ospedale. È stata una situazione poco divertente ma mi è servita ad aggiungere alla storia dettagli di verità come i ritmi della vita in corsia, difficili da inventare stando a casa».. I primi a credere nella forza del soggetto del film, di Pellegrini e Cenni, vincitori nel 2001, del Premio Solinas, sono stati il produttore Beppe Caschetto e l'attore: «Questo è un progetto nato diversamente rispetto ai film che ho fatto con D'Alatri. La storia c'era molto piaciuta e si cercava un regista che potesse appoggiare sulla vicenda lo sguardo con delicata attenzione. L'abbiamo individuato in Eugenio ha spiegato - Devo dire che siamo stati bravi perchè non poteva esserci una rappresentazione migliore di quella che ne ha data lui, anche intervenendo molto sulla sceneggiatura». Nel film, nella sua nuova condizione di malato per Lorenzo (è stato sottoposto a una biopsia per accertare che non abbia un tumore) c'è l'incontro con un novello Virgilio perché diventa compagno di stanza d'ospedale di Giovanni (interpretato da Ninetto Davoli, con una toccante umanità), un ex camionista romano, che pur avendo un cancro al cervello, riesce a vivere le giornate con una serenità, almeno apparente, molto maggiore della sua. Uscito dall'ospedale, in attesa dei risultati degli esami, il giovane avvocato si ritrova a mettere in discussione il rapporto con Silvia (Anita Caprioli), la compagna che spera si apra con lei emotivamente, e ad affrontare le sue illusioni anche professionali, grazie all'aiuto del socio Paolo (Giuseppe Battiston). A dare il via alla rinascita emotiva di Lorenzo è proprio Giovanni: la decisione di rintracciare per lui la figlia Tresy (Tresy Taddei), che lavora come cameriera nell'albergo della madre (Agostina Belli), lo porta ad aprirsi verso quegli "altri" che fino ad allora aveva sempre ignorato. Per Cappuccio, al suo secondo film da regista unico (l'esordio era avvenuto con «Il caricator» diretto con Massimo Gaudioso, Fabio Nunziata), dopo «Volevo solo dormirle addosso», «era necessario per raccontare questa storia concentrarsi sulle emozioni e su sentimenti molto forti». Un lavoro nel quale si è ispirato anche a Truffaut: «La sua influenza è sempre grande quando si parla di sentimenti ed emozioni». A dare forza alla pellicola è l'alchimia che si forma fra Davoli e Volo, che si sono scoperto molto simili: «Oltre ad essere un attore straordinario, sono affascinato dalla sua umanità, vitalità, gioia di vivere ha spiegato Volo - Dico sempre che lo considero la mia versione giovane.Le tante cose che ci accomunano, fra cui l'estrazione sociale, hanno reso più forte l'intesa nel film». Davoli vede in Volo «un ragazzo grintoso, come si dice in Francia "gajardo". È un attore di una bravura eccezionale, e in lui mi sono da rivisto giovane. È aperto, grintoso, pieno di voglia di vivere. Siamo due così normalì, naturali, semplici, con la voglia di fare cose semplici». Volo, allegro e scanzonato come sempre in conferenza stampa ha anche parlato della Festa di Roma: «So che ci sono state delle polemiche ma ho sempre trovato strano che Roma non avesse un festival del cinema. Non ci sono concorrenze, il cinema va bene dappertutto, Milano, Napoli, Palermo e Roma è un posto naturale per un festival così».

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