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Gli astronomi lo declassano: ora è solo un «pianeta nano»

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Addio Plutone, extracomunitario del cosmo

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E vedrai, temono i genitori, dovremo ricomprare anche i manuali scolastici, altro che il kit economico promosso dai cartolai. Tutto nella pattumiera. Non bastava l'incertezza sulla forza Onu da spedire in Libano, o l'ansia per il ricorso della Juve al Tar, i farmaci al supermarket, le banche che si fondono, i tassisti che ti menano: adesso ci si mettono pure gli scienziati a dare mazzate al nostro bisogno di stabilità interiore. Si sono riuniti a congresso a Praga, e per lo scorno dei fans hanno deciso di sfrattare Plutone dal consesso dei pianeti, dopo 76 anni di onesto condominio siderale. Anzi, l'hanno declassato, umiliandolo nella sottocasta dei "nani", alla faccia del politicamente corretto. Da oggi, dunque, sono otto i corpi celesti "nobili" del Sistema Solare, più altri quattro extracomunitari: Cerere (che orbita tra Marte e Giove), e i "transnettuniani" Caronte, UB313 e appunto il povero Plutone. Roba da Quinto Mondo. I motivi della degradazione? I tolomei e i galilei del Terzo Millennio hanno giudicato inammissibile la scarsa dimensione di quell'oggetto periferico, insufficiente la sua massa, e inaccettabile il fatto che lungo il suo percorso incontrasse l'ostacolo di roccioni e satelliti. Come se la polizia stradale si mettesse all'imbocco del Raccordo con il metro, e misurasse gli automobilisti dell'hinterland: «Piccolè, nun pòi entrà. E poi c'è traffico, làssa perde». E dire che il pacioso Plutone aveva già le sue ubbie da pendolare: per girare attorno al Sole, impiega ben 247 anni. Quando Tombaugh lo scoprì, nel 1930, era a caccia di un rompiballe locale, di un misterioso viaggiatore delle aree remote che «perturbava» il moto di Urano e Nettuno. Già una colpa, una croce. In realtà non dava fastidio a nessuno, nonostante l'inclinazione eccentrica e il nome inquietante da dio dell'Oltretomba: stava lì, malinconico nel suo buio, a far da tappezzeria al party stellare. Adesso, invece, ricollocato nel gruppetto minore dei "plutoniani", si incazzerà e guiderà la rivolta degli asteroidi. Magari ti organizza un'intifada o un complotto da kamikaze contro i pianetoni snob, lui che è meno voluminoso della Luna. Pretenderà un suo spazio vitale. Sfigatissimo, Plutone: proprio mentre il centrosinistra escogita piani per la cittadinanza veloce agli immigrati, a lui danno il foglio di via, senza appello o sanatoria. Mentre l'Europa si allarga lambiccandosi sulle improbabili comuni radici con la Turchia, lui viene cancellato dall'Atlante, dalla Settimana Enigmistica, dal Trivial Pursuit, dagli oroscopi. Addio vecchi cari quiz da serata in pizzeria. Chi sa i sette nani? I re di Roma? Le province della Lombardia? Ora i pianeti sono diminuiti per decreto: e dire che i confini del Sistema Solare si estendono ben oltre l'orbita plutoniana, fino alla nube di Oort, tra lotti edificabili a perdita d'occhio, stazioni di posta galattiche e seconde residenze per ogni tasca. Ma forse è questo il punto, chissà: a svalutare i pianeti qualcuno ci guadagnerà, prima o poi. Rivendicare la proprietà o usufrutto di un sassone gelido è più semplice e conveniente che piantare una bandiera nazionale su un pianeta conteso, o esportare la democrazia. Anche se con il ghiaccio di Plutone, insozzato dal monossido di carbonio, non ci puoi fare la vodka-lemon. Però, quando la New Horizons, la sonda lanciata dalla Nasa nel gennaio scorso, arriverà nel 2015 a un passo dal paria "declassato", potrà finalmente valutarne la consistenza dei giacimenti di metano. E magari, allora, saranno gli americani a stabilire il prezzo. Prima della Gazprom, della Saipem, di cinesi ed iraniani.

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