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di LORENZO TOZZI HA ormai più di venti anni di vita artistica alle spalle «Le Cirque ...

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Lo attestano cifre da capogiro: settecento artisti tra i 10 e i 64 anni di oltre quaranta diverse nazioni impegnati dinanzi ad oltre 50 milioni di spettatori in più di cento città diverse nei vari continenti. Una macchina gigantesca da spettacolo documentata dal grande battage pubblicitario che precede ogni arrivo nelle piazze, ma anche dal ricco merchandising di gadget e ninnoli che accompagnano le performances, una offerta che va dal semplice naso rosso da clown alle T-shirt colorate, da mazze da giocoliere a maschere di ogni tipo. «Le Cirque du soleil» ha raggiunto di nuovo la capitale (sempre dinanzi alla Fiera di Roma) con uno spettacolo nuovo di zecca dal titolo «Alegria», sempre ospitato sotto un grande tendone da circo. Uno spettacolo che sembra essere piaciuto tra gli altri a Bill Clinton, Francis Ford Coppola, Harrison Ford, Liz Taylor e Steven Spielberg. Ma qual è il segreto di questa prodigiosa impresa spettacolare? Innanzitutto la estrema cura dei particolari: i costumi sempre stravaganti ed originali, le musiche dal vivo tra new age, klezmer, tango pop, techno e jazz session, le luci calibratissime che privilegiano le penombre e la luminosità d'atmosfera per non dire del sempre alto livello tecnico delle esibizioni, i numeri tradizionali del circo, fatta eccezione di quelli riservati agli animali. Tutto infatti nel «Cirque du soleil» diventa puro spettacolo: una semplice promenade, una passerella e persino l'allestimento delle strutture necessarie ad acrobati o trapezisti, in genere punto morto dello spettacolo. Tutto sembra quasi nascere dalla fantasia di un pittore estroso o dalla mente di un regista visionario come Federico Fellini, tra l'onirico e il surreale. Ma ciò che piace di più è l'estrema onestà dello spettacolo che non vende fumo intellettualistico fingendo di essere quello che non è. In anni in cui tutti fingono di essere altro da quello che sono con la comoda scusa di abbattere vecchie barriere verso un moderno mistilinguismo, «Le Cirque du soleil» non deroga a nessuna delle regole del circo tradizionale conservando intatti tutti i numeri: dai simpatici e variopinti clown a equilibristi con elastico, giocolieri con mazze di fuoco, contorsioniste con la spina dorsale di gomma. Tra il sogno e il lontano Oriente lo spettacolo evoca emozioni, si fa poetica dimensione del sogno. Il vecchio circo si fa «nouveau», grazie alla cura dei molti dettagli, quasi un volto ed un sapore totalmente nuovo. Non solo «Alegria», però: dallo spettacolo trasudano anche nostalgia, anelito alla leggerezza, proiezione in un mondo fantastico ed irreale di buffoni, tuffo nella dimensione del diverso, del curioso, dello stravagante. Un modo intelligente di rendere possibile l'impossibile sotto il tendone in un clima festoso e spensierato, come se il pubblico fosse a sorpresa invitato a corte, una corte dei miracoli e delle meraviglie dove è sempre lecito ringiovanire tra ninfe ed eunuchi, al ritmo della musica.

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