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La danza italiana riparte dal festival

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La vocazione del Festival? Affrontare teoricamente la situazione della danza in Italia, in un Convegno dal 28 al 30 aprile con specialisti di ogni paese, per rilanciare la danza con la D maiuscola, non quella televisiva alla Maria Filippi, e quindi la cultura generale di danza in Italia. Sì, perché Cannito è certo che, se crescono le conoscenze sul balletto, cresceranno gli investimenti e dunque la danza stessa. Un Festival come luogo di incontro e riflessione, dunque, ma anche come riconoscimento ai migliori col Premio Guglielmo Ebreo (celebre coreografo pesarese del secolo XV), che verrà assegnato il 29 aprile, Giornata Internazionale della Danza: esso assicurerà ai vincitori soprattutto l'allestimento scenico completo di una coreografia. Poi conferenze, incontri, anche danza di strada: il tutto con gran concorso di partecipanti (più di 230 le richieste di coreografi internazionali) e con 75 ballerini, che in parte confluiranno nel Gala del 30 aprile. Un Gala certamente non poteva mancare: Viviana Durante - che desidererebbe anche calcare il palcoscenico dell'Opera di Roma, dove studiò bambina, ma per cui trova ostacoli nella Direzione - danzerà l'Adagio della Rosa dalla caikowskyana «Bella addormentata nel bosco», ma si avrà modo di ammirare la straordinaria Alina Cojocaru, le performances di Derevianko già astro del Bolshioi, l'assolo dell'eccezionale cinese Ma Cong, Talia Paz che viene dal Cullberg, l'Aterballetto con una nuova creazione, il Ballet Biarritz con danza tutta al femminile, e.....

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