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Per Iwo Jima Clint raddoppia

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..».Con questa semplice riflessione il regista premio Oscar Clint Eastwood ha dato il via al progetto più ambizioso della sua vita. Pochi mesi fa, mentre girava il kolossal sulla battaglia di Iwo Jima «Flags of our fathers» («Le bandiere dei nostri padri») il vecchio Clint, improvvisamente, si è sentito insoddisfatto di quel film visto solo con gli occhi degli americani. E ha deciso di girarne un'altro, sempre sulla battaglia di Iwo Jima, ma visto dalle linee giapponesi. L'idea di Eastwood, che ha ultimato il primo film e sta febbrilmente preparando il secondo che dovrebbe intitolarsi «Red sun, black sand» («Sole rosso, sabbia nera»), è di far uscire insieme le due pellicole, per dare la visione più ampia ed equilibrata di una delle più sanguinose e decisive battaglie della storia. Iwo Jima nella coscienza degli americani è l'immagine del sacrificio dei padri per la libertà dei figli, è il seme del sacrificio da cui è nato un Paese senza paure. Per questo Eastwood ha voluto farci sopra un film e per questo ha scelto di basarsi su un best seller amatissimo negli Usa, appunto «Flags of our fathers», di James Bradley, figlio di uno dei soldati che parteciparono alla battaglia, sceneggiato da Paul Haggis, lo stesso che ha scritto il film premio Oscar «Million Dollar Baby». La battaglia di Iwo Jima inizia il 19 febbraio 1945. Gli americani volevano conquistare questa isoletta per lanciare i loro bombardieri verso le più importanti basi Giapponesi e mettere la parola fine alla guerra. Asserragliati nei loro bunker 25 mila soldati del Sol Levante, comandati dal generale Kuribayashi, erano decisi a non permetterglielo. Per cinque interminabili settimane gli americani diedero l'assalto alle fortificazioni giapponesi. Rimasero sul campo più di seimila soldati americani e ventimila giapponesi. Alla fine le forze Usa, il 26 marzo, conquistarono la cima dell'altura che domina l'isola, il monte Suribachi, dove piantarono la bandiera a stelle e strisce. La foto di quei soldati che issano la bandiera, realizzata magistralmente dal reporter Joe Rosenthal, è una delle immagini più famose della Seconda Guerra Mondiale. Non c'è americano che vedendola non si senta fiero del suo Paese. Eastwood è uno che ha sempre parlato poco, anche quando faceva l'attore, figuriamoci adesso che si è dato alla regia. Ma quello che pensa lo dice chiaro e a questo «Flags of our fathers» aveva subito affermato di tenere molto. Per produrlo si è alleato con Steven Spielberg, che ha subito aderito con entusiasmo al progetto. Poi Eastwood ha scelto con cura i protagonisti, tutti americani e tutti giovanissimi, vista l'età media dei soldati all'epoca: Ryan Philippe, Adam Beach e Jesse Bradford. In mezzo alle riprese, in Islanda, l'ex pistolero di Sergio Leone però è stato colto dal dubbio di non star dicendo tutta la verità e ha dato il via a «Red sun, black sand». Il protagonista del secondo film sarà Ken Watanabe, che vestirà i panni di Tadamichi Kuribayashi, il generale che combattè per trentasette giorni contro le truppe Usa. La sceneggiatura è stata scritta sempre da Paul Haggis in collaborazione con la nippo-americana Iris Yamashita. Le riprese sono iniziate circa tre settimane fa a Los Angeles. Per gli esterni Eastwood ha ottenuto il permesso di girare proprio a Iwo Jima. «Non so - ha detto Clint senza sprecare troppe parole - ma a volte uno ha una sensazione. La premonizione di poter ottenere qualcosa di decente». I due film dovrebbero arrivare nelle sale Usa, e anche in quelle italiane, in autunno.

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