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L'attrice-bambina Kilcher: paralizzata dalla felicità

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Gentile e un po' smarrita, Q'Orianka Kilcher sorride molto, alla maniera della celebre principessa della tribù Powhatan, protagonista del film «New World» (Nuovo Mondo). Il kolossal di Terrence Malick è stato presentato al Festival Internazionale del Cine di Mar Del Plata, fuori concorso, come evento speciale, e come tale è stato accolto dal pubblico argentino che ha rivolto calorosi applausi all'adolescente americana Q'Orianka Kilcher, come ha ottenuto la parte di Pocahontas? «Quando avevo 5-6 anni ero nel cast della serie tv "Into the West" e la produttrice di quella fiction era la stessa che poi ha composto il casting di "New World". Fortuna ha voluto che si sia ricordata di me. Quando mi hanno visto, tutti dicevano che ero troppo giovane e, pertanto, non avevo speranze di entrare nel film anche se avevo fatto una ventina di provini. Poi, la produttrice mi ha chiamato al telefono e mi ha detto: "La parte è tua". Per qualche minuto, sono rimasta paralizzata dall'emozione». Le è stato difficile ambientarsi sul set? «No, perché mi hanno aiutato tutti tantissimo, a cominciare dal regista e dalle star Colin Farrell e August Schellenberg, fino ai nativi della tribù della Virginia che hanno lavorato nel film. L'emozione piu' grande è stata la completa immersione nella natura per le scene della prima parte del film. Per trovare i posti giusti camminavamo per ore nella foresta prima di piazzare il set: è stata un'esperienza eccitante». Aveva visto il cartoon di Disney su Pocahontas? «Sì, ma quel film è per ragazzi e offre un ritratto parziale del personaggio Pocahontas, limitato alla sua felicità: sempre sorridente per la gioia e l'incanto dell'amore per il capitano John Smith. Invece, Pocahontas, è un personaggio complesso, che conosce grandi sofferenze, la conversione alla cristianità e l'integrazione nello stile di vita britannico. Siamo nel 1600 e, come altre persone di popolazioni indigene, Pocahontas subisce il trauma della perdita della sua cultura e l'umiliazione della colonizzazione. Quella di Pocahontas è una grande storia, epica e dolorosa». Meno epica, ma certamente felice per il regista messicano Ricardo Benet, è stata la vittoria del Festival Internazionale di Mar Del Plata con la sua opera prima «Noticias lejanas» (Notizie da lontano). La storia del viaggio interiore del diciassettenne Martin che lascia il suo villaggio per le oppurtinità della grande città ha vinto a sorpresa l'Asteor d'oro del Festival argentino battendo titoli più favoriti, come l'argentino «Derecho de familia» (Diritto di famiglia), di Daniel Burman (Premio del pubblico); l'inglese «Molly's way» (Alla maniera di Molly), di Emily Atef (Premio della giuria); il portoghese «Alice», di Marco Martins (Premio alla miglior regia); l'iraniano «Cafè transit», di Kambozia Parthovi (menzione della giuria); l'americano «Edmond», di Stuart Gordon (Premio al miglior attore per lo straordinario William H).

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