Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Radio 105, trenta candeline per le voci della libertà

default_image

Il presidente Hazan: «Siamo stati i primi in tutto sperimentando le tecnologie più avanzate»

  • a
  • a
  • a

Eppure nella radiofonia italiana, in particolare in quella privata (all'epoca era «libera»), trent'anni equivalgono all'età della pietra, all'uomo di Neandherdal. Era il luglio 1976 quando una sentenza della Corte Costituzionale consentì alle emittenti private di trasmettere in sede locale. Fu un momento storico, da allora cominciò un Far West dell'etere fatto di entusiasmo, partecipazione, volontariato, passione. Doti di cui Alberto Hazan, fondatore di Radio 105, era sicuramente ben dotato. Infatti il 16 febbraio del 1976, in uno scantinato di Via Lorenteggio, a Milano, Radio Studio 105 cominciò a trasmettete grazie all'inventiva ed al coraggio di quello che sarebbe diventato uno dei personaggi di spicco della storia della radiofonia italiana. Oggi il gruppo Finelco, al quale fanno riferimento i marchi di Radio 105 e Radio Montecarlo, è un mastodonte mediatico che spazia dalla radiofonia all'editoria, da Internet alle ricerche di mercato ed alla produzione musicale. «Siamo stati i primi in tutto - conferma con aplomb inglese Alberto Hazan - Primi a trasmettere in sede regionale e poi nazionale, i primi a dotarsi di una rete di ponti radio, i primi a sperimentare il sistema RDS, i primi a trasmettere dall'America, a dotarci di una emittente estera (Radio Montecarlo, ndr), a fare le radio su Internet, a realizzare i portali musicali. Dal nostro unitedmusic.it si possono scaricare 1.400.000 canzoni». Non sono solo i numeri, seppur di per sé molto indicativi, a spiegare il successo di una emittente che continua a rosicchiare ascolti alla concorrenza, e che proprio per questo ha deciso di sbarcare in forze anche a Roma, dove evidentemente le possibilità di espansione sono ancora consistenti. «Il progetto c'è già, ed è quello di RMC2 - conferma Hazan - una radio che trasmette nei principali capoluoghi italiani e che, per le sue caratteristiche (flusso musicale di qualità senza conduttori, ndr), si rivolge ad un pubblico particolarmente selezionato». Tutto questo non si spiegherebbe, dicevamo, se alle spalle non ci fosse una storia di scelte professionali azzeccate, di rischi manageriali, di resistenza legale e, soprattutto di conduttori, che Radio 105 l'hanno fatta diventare grande. Qualche nome? Claudio Cecchetto, Gianni Riso, Federico l'Olandese Volante, Max Venegoni, Alex Peroni. Molti hanno smesso, altri hanno cambiato casacca, ma adesso il parterre di Radio 105 è più ricco che mai, ed ha permesso all'emittente di rastrellare oltre 3.500.000 di ascoltatori (2.000.000 quelli di RMC). Ylenia, Fabiana, Marco Mazzocchi, Rosario Pellecchia, le due Kris, Ringo, Francesca Faggella, Marco Galli attirano il pubblico giovanile con una serie di programmi ben strutturati e facilmente riconoscibili, come InDaKlubb, Ringo 4 President, Top Of The Pops, Revolver, ma soprattutto come lo «Zoo di 105», definito dal critico del Corriere della Sera Aldo Grasso «l'Alto Gradimento» di oggi. Condotto da un quartetto composto da Marco Mazzoli, Leone Di Lernia, Fabio Alisei e Dj Giuseppe, «lo Zoo di 105» è un caravanserraglio di personaggi, battute, sguaiatezze, che si confronta quotidianamente con avversari come «Viva Radio2» con Fiorello e Baldini, e soprattutto con gli amici-nemici di «DeeJay Time» di Radio Deejay. Il tutto condito da 6 notiziari generalisti e 4 sportivi (Radio 105 è la radio ufficiale di Milan, Inter e Juventus), realizzati nelle redazioni di Roma e Milano. Il tutto per un pubblico affezionatissimo che nel giorno di San Valentino ha proclamato «La Cura», di Franco Battiato, la più bella canzone d'amore.

Dai blog