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«Ma l'agricoltura oggi è un'altra cosa»

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Rienzi (Codacons): pochi in campagna guarderanno il penoso programma

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Infatti, in un paese industrializzato come il nostro, il settore agricolo ha raggiunto una importanza tale da essere considerato addirittura il secondo in tutt'Europa. La nostra economia agricola usufruisce delle più moderne ed avanzate risorse della tecnologia». A parlare è Stefano Masini, responsabile della Coldiretti che esprime la propria opinione sull'operato dei "contadini" i quali all'interno de «La fattoria» devono lavorare la terra, accudire animali come galline e tacchini, mungere personalmente mucche. «Oggi, ad esempio, la mungitura a mano delle mucche non esiste più - continua Masini - tutto avviene in maniera automatizzata grazie ad un impianto programmato per selezionare le bestie, mungerle, raccoglierne il latte in appositi contenitori ed avviarne il contenuto allo smistamento. Il tutto avviene sotto l'occhio vigile di personale specializzato in camice bianco, figure professionali che assicurano la perfetta riuscita delle operazioni di igiene e di sterilizzazione e che consentono al consumatore di avere il latte fresco a disposizione ogni mattina nei negozi. A questo bisogna aggiungere le operazioni di imbottigliamento e di contabilità». «Insomma siamo lontani mille miglia dall'immagine campestre ed idilliaca che rimanda invece la Tv. Quella del contadino tuttofare è una realtà presente in un lontano passato e che può essere reperibile soltanto in paesi non industrializzati. Oppure la si può trovare in agriturismi, ma si tratta di una realtà di elite, non a disposizione della gente comune», puntualizza il responsabile della Coldiretti. «Ritengo che gli agricoltori, come le categorie dei contadini, abbiamo esigenze ben più impellenti, sia come produttori, sia come consumatori e non si soffermino sulla rappresentazione televisiva proposta dai reality show in circolazione», sottolinea l'avvocato Rienzi del Codacons, l'associazione a difesa dei consumatori. «Il vero problema per la categoria infatti è cercare di evitare ad esempio, che un chilo di patate il cui costo iniziale è di cinque centesimi, arrivi sui mercati delle nostre città all'esorbitante ed ingiustificata cifra di due euro. Pensi quanto può interessare a persone che lottano per arrivare a fine mese con stipendi e pensioni insufficienti, un gioco come i reality show, genere al quale siamo tra l'altro, contrari. Come associazione, infatti, riceviamo centinaia di proteste di persone che vorrebbero più attenzione verso i loro problemi da parte della Rai e di Mediaset». Mar. Cat.

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