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di PAOLA PARISET «RIFIUTIAMO il ruolo di liquidatori dei teatri ...

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Al tavolo era anche Francesco Ernani, sovrintendente della Fondazione lirica romana nonché vicepresidente di Opera-Europa, ed il presidente dell'AGIS Alberto Francesconi. Si respirava l'amarezza dei sovrintendenti presenti, degli operatori specifici di Regioni e Provincie, dei Sindaci, per il taglio del Fondo Unico dello Spettacolo nella Finanziaria 2006, sancito da chi considera il teatro, la musica, la danza, come luogo di "divertimento" in cui si può procedere con riduzioni dei fondi. «Mai nel Novecento si era giunti a tale disattenzione del Governo verso la cultura - aggiunge Francesconi - come negli ultimi cinque anni: ma eccovi le cifre». Infatti, se nelle tredici Fondazioni lirico sinfoniche dal 2002 al 2004 c'è stato un aumento di circa 200.000 spettatori, di 8.000 abbonamenti, di 9.000 euro di entrate proprie, di 85 recite, a fronte vi è una diminuzione dei contributi FUS del 25%, da 242 a 179 milioni di euro. «Per di più è nato l'ARCUS - continua Vergnano - una commissione che distribuisce i fondi ai lirici ingenerando il fenomeno denunciato da Salvatore Accardo a Parma, al cui teatro sono andate risorse straordinarie. I teatri vanno avanti con gli aiuti privati e degli enti locali: ma noi non licenzieremo lavoratori in organico - "i loro stipendi sono del resto nella media europea" precisa Francesco Ernani - nè abbasseremo la qualità delle produzioni. E per il 2006 presenteremo bilanci provocatoriamente scoperti». Poiché è stato anche violato il patto sottoscritto il 14 dicembre 2004 con l'ex Ministro Urbani per riportare il FUS i livelli del 2003, l'Anfols interrompe il confronto col Ministero delle Attività Culturali e lancia l'ultimatum di una grande manifestazione nazionale, in gennaio, delle Fondazioni lirico sinfoniche con i conservatori, i teatri, le compagnie, i Comuni, le Regioni.

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