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di ANTONIO ANGELI SI INGINOCCHIA davanti al presidente della Repubblica, lo bacia, lo abbraccia, ma ...

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Il regista premio Oscar non ha deluso quanti, ieri, si attendevano uno dei suoi show, che ormai stanno diventando abituali, durante la consegna dei premi «Vittorio De Sica», nel trentesimo anno dell'istituzione. Ed è stato volentieri al gioco il Capo dello Stato, quello vero, Carlo Azeglio Ciampi, nel vedere il comico che rendeva la cerimonia al Quirinale un po' meno austera del solito. Ciampi ha avuto parole fermissime sull'importanza del cinema, e più in generale della cultura, per il nostro Paese davanti a una platea gremita di attori, registi e intellettuali. «Investire nella cultura, credere nella cultura, è una necessità per noi italiani - ha detto Ciampi - Se funzionano i nostri musei, se funziona il nostro cinema, il nostro teatro, la musica, allora funziona meglio tutta la società italiana e con essa l'economia». In più il presidente della Repubblica ha sottolineato come dall'estero arrivi una grande domanda, in parte non soddisfatta, di opere cinematografiche italiane. «E il nostro cinema - ha aggiunto Ciampi - è indissolubilmente legato all'identità moderna degli italiani». In accordo con questa linea di pensiero è il ministro dei Beni culturali, Rocco Buttiglione, il quale ha affermato che, per la cultura, sono «lecite, legittime e necessarie politiche di sostegno». Il premio «Vittorio De Sica», ha ricordato il presidente dell'istituzione Gian Luigi Rondi, è nato nel '75 per ricordare il grande regista ed è attribuito agli esponenti più illustri del cinema, delle arti e anche, di recente, della scienza e della società. Hanno ritirato il riconoscimento dalle mani del presidente Ciampi: Valeria Bruni Tedeschi, Christian De Sica, Gianni Morandi, il Montalbano televisivo Luca Zingaretti, per la letteratura Giorgio Faletti. Poi l'architetto Massimiliano Fuksas, Rossella Falk con un completo rosso Ferrari estremamente personale e disinvolto, ma che era nulla in confronto ai jeans scoloriti e maglietta con i quali si è presentato il grande regista coreano Kim Ki-duk, lasciando un po' perplessi i puristi dell'etichetta. Premi anche per il regista inglese Stephen Frears, Angela Finocchiaro, Vincenzo Salemme, Giovanni Veronesi, Roberto Faenza, al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta. Doppio riconoscimento a Roberto Benigni, premiato per «La tigre e la neve» e poi nominato Cavaliere di Gran Croce. Il regista si è inginocchiato davanti al presidente, ha ritirato il premio, ha stretto le mani a tutti, compresi i due militari in uniforme di gala alle spalle del Capo dello Stato sul palchetto nella sala degli Specchi al Quirinale poi, approfittando di un'incertezza di Rondi nell'annunciare il riconoscimento, ha voluto un «secondo ciak». Ha restituito a Ciampi il cofanetto e ha chiesto, ed ottenuto, di ripetere la cerimonia, che, inevitabilmente, è diventata una scenetta. Durante la consegna della fascia verde di cavaliere ha tentato di rimetterla al presidente ha ballato, si è inchinato. L'applauso lo ha strappato, come sempre, ma l'impressione è che certi «fuori programma» seguano, ormai, un copione ben collaudato.

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