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Sophie, la studentessa che pagò con la vita il no a Hitler

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ESCE «LA ROSA BIANCA», PELLICOLA SUL MARTIRIO DELLA SCHOLL

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In Germania è stato visto da oltre un milione di spettatori, aggiudicandosi il miglior risultato in termini di incasso dei film drammatici. Ed ora è candidato dal suo Paese all'Oscar 2006 nella sezione destinata ai film stranieri. Da venerdì «La Rosa Bianca - Sophie Scholl», diretto dal trentasettenne regista Marc Rothemund, sarà sugli schermi italiani distribuito dall'Istituto Luce. A Roma si potrà vederlo ai cinema Nuovo Sacher, Rivoli e Tibur. «È la storia di una delle poche eroine della resistenza tedesca durante la seconda guerra mondiale - spiega Rothemund arrivato ieri nella Capitale - Gli ultimi sei giorni di vita della studentessa Sophie Scholl, dal 17 al 22 febbraio del 1943. Dalla preparazione del volantino distribuito all'università di Monaco, alla sua cattura, all'interrogatorio, alla sentenza ed esecuzione tramite ghigliottina». Una vicenda poco nota e che in Germania trova ancora qualche difficoltà ad essere raccontata, tanto che il governo soltanto nel 1985 ha bollato come crimine la sentenza emessa dal tribunale che condannò a morte la ragazza. «Per molto tempo si è evitato di ricordare episodi come questo per non riaprire le profonde ferite che la dittatura ha prodotto nel Paese - dice il regista - Oggi l'atteggiamento è cambiato, anche grazie a una generazione di cineasti che pensa l'esatto contrario. Dopo la riunificazione delle due Germanie il Paese ha vissuto una grave crisi economica, con tassi di disoccupazione molto alti. Il 5-15% dei giovani votano i partiti di ispirazione fascista. Ora più che mai è importante ricordare il passato. È bene che si sappia che anche tra i tedeschi ci sono stati atti di resistenza contro il regime ed il gruppo de "La rosa bianca" ne è stato sicuramente l'esempio più importante». «La Rosa Bianca» era un movimento pacifico a carattere ecumenico, con all'interno cristiani, ebrei, ortodossi. Sophie Scholl insieme ai suoi compagni e al loro singolare impegno civile sono diventati il simbolo di una lotta pacifica contraria a qualsiasi forma di violenza ed oppressione. Questa è la terza pellicola che si realizza intorno alla figura della Scholl. «Ciò che contraddistingue il mio film dai precedenti è che noi abbiamo potuto consultare documenti inediti. Mi riferisco in prima battuta ai verbali originali degli interrogatori della Gestapo, conservati per decenni negli archivi della Germania dell'Est e resi pubblici soltanto nel 1990». Non usa giri di parole Marc Rothemund: «I nostri nonni e i nostri padri avevano la coscienza così sporca che non hanno avuto il coraggio di parlare di questi argomenti con i figli o i nipoti. È compito della nostra generazione mantenere vivo il senso di responsabilità per ciò che è accaduto nella testa della gente, anche perchè molte persone sono ancora in vita ed abbiamo la possibilità di rivolgere loro, direttamente, quesiti ben precisi». Questa mattina alle 11 «La Rosa Bianca - Sophie Scholl» verrà proiettato nell'Aula Magna del Rettorato della Sapienza. Seguirà un dibattito e la lettura dei verbali originali da parte di Antonello Dose, Maria Amelia Monti e Carlo Lizzani.

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