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«L'Italia è uno strano Paese Tanti schiaffi e qualche soddisfazione»

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La faccia da bravo ragazzo, il sorriso sulle labbra, gli occhi attenti e dolci. Le sue parole trasmettono quell'entusiasmo che da sempre è una delle sue principali caratteristiche. Ma fanno capire anche l'affetto che ha per la gente, per i luoghi, per gli amici. È figlio di un'epoca musicalmente straordinaria quando le canzoni nascevano suonando per caso un accordo sulla chitarra o sul pianoforte. Oppure da una semplice frase. O anche dall'idea di qualcosa che lui, ragazzo di provincia, sognava, senza averla mai vista. Cinquant'anni di carriera coronata da grandissimi successi: «Frida», «Doce doce», «Una rotonda sul mare», «Malaga», canzoni che hanno fatto innamorare almeno un paio di generazioni. Come si è avvicinato alla musica? Come è diventato musicista? «A Campobasso quando nevica non scherza. Un inverno, avrò avuto sedici o diciassette anni, entrai nella hall di un piccolo albergo. Fuori c'erano due metri di neve. Le strade statali impraticabili. Seduto, un signore suonava la chitarra. Era un commesso viaggiatore che era stato costretto a fermarsi lì. Era bravissimo, ma soprattutto suonava una musica che mi affascinava. Ne fui talmente colpito che non mi sono più mosso e pregavo Dio di far continuare a nevicare». Ricorda che tipo di musica suonava? «Ricordo un pezzo che mi colpì tantissimo. Ma il titolo l'ho saputo solo anni dopo, "Mood Indigo" di Duke Ellington. Da quel momento ho iniziato a suonare la chitarra. Poi ho raggiunto i miei zii in Nord Italia. Ho cominciato a cantare. Sono entrato in un complesso diretto da un fisarmonicista con il quale sono stato in Germania. A quell'epoca c'erano almeno due o trecento orchestre italiane che suonavano in tutta Europa. Sono stati anche questi gruppi che hanno fatto nascere l'amore per l'Italia». La sua prima canzone? «È stato anche il mio primo successo. È una canzone in dialetto napoletano. Si chiama "Doce doce". È nata spontaneamente. Non c'era assolutamente la volontà di farne una canzone di successo. L'arrangiamento lo fece Piero Soffici, un sassofonista, che decise di eseguirlo a tempo lentissimo. Fu probabilmente questo che contribuì al successo di quel pezzo. Poi arrivò "Frida", che a differenza delle altre era più commerciale. Ad esempio, "Una rotonda sul mare", che ha avuto un grande successo in Italia, ma che non ha sfondato all'estero. "Malaga" invece si. Venne incisa da Joao Gilberto». Ha avuto un buon rapporto con i cantanti e gli autori brasiliani? «Certo. Con Joao, con Tom Jobim. Quando chiesi di fare la traduzione in napoletano di "Garota de Ipanema", prima ho dovuto inciderla per farla sentire alla casa editrice brasiliana. Ho inviato il disco e dopo pochi giorni è arrivato l'ok. Erano tutti contenti. Non si aspettavano che il dialetto napoletano potesse adattarsi all'andamento di quella canzone». Da quel momento la sua vita musicale è stata tutta in salita. «Sì, anche se in salita si fatica. Comunque non posso lamentarmi. Il nostro è uno strano Paese. A volte ti prende a schiaffi, a volte invece ti dà molte soddisfazioni. Recentemente Silvio Berlusconi, mi ha invitato a Palazzo Chigi e mi ha insignito di una alta onorificenza. Non ti nascondo che mi ha fatto un piacere enorme. Abbiamo parlato di musica, di canzoni. Penso di avergli fatto anche perdere del tempo. Lo avevo conosciuto molti anni fa a Milano. Mi aveva invitato a prendere parte ad uno spettacolo televisivo. È una persona che ha grande rispetto per gli artisti». Lei ha passato molti anni della tua vita nei night dove le nuove canzoni venivano suonate. Se funzionavano era la radio a lanciarle. Cos'è che spinge oggi la stragrande maggioranza delle radio italiane a trasmettere solo un tipo di musica? «La paura. La paura di perdere colpi. Una volta c'era l'orgoglio di sperimentare, di capire se una canzone poteva più o meno funzionario e avere la gioia di farne un successo. Oggi tutto questo non esiste più. Le radio non scelgono più nulla sono le case discografiche che scelgono per loro». Questa sera canterà a Roma. Perché si esibisce co

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