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Locarno, occhi puntati sul film di Capuano

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A scorrere la lista dei 18 film che si contenderanno il Pardo d'oro e gli altri premi assegnati dai 7 giurati (per l'Italia l'artista Valerio Adami che firma il manifesto di quest'anno e il creatore delle luci Vittorio Storaro), ricorrono paesi europei come Francia, Spagna, Gran Bretagna, Germania e Italia, alternati a cinematografie care alla tradizione locarnese come l'India, l'Iran, il Giappone; un paio di autentiche sorprese, come i due film del Quebec canadese, il Libano oltre alla tradizionale presenza del cinema svizzero. Batte bandiera tricolore uno dei film favoriti, almeno per l'interpretazione femminile, grazie ad una radiosa Valeria Golino, ovvero «La guerra di Mario», del napoletano Antonio Capuano. Gli fanno corona due coproduzioni diversamente attese: «Keller», di Eva Urthaler, che ha girato con capitali austriaci e tedeschi una bella storia di adolescenza violenta illuminata dal veterano della fotografia d'autore Alfio Contini e il molto atteso «Face addict» del ticinese Edo Bertoglio che porta lo spettatore al centro della scena culturale newyorkese alla metà degli anni settanta quando emergevano talenti come Keith Harring, Laurie Anderson, Philip Glass e John Lurie. Bertoglio che in questi anni fu testimone diretto, mescola fotografie, frammenti di film, musiche d'epoca e interviste creando un viaggio allucinato nella «Down town scene» di Manhattan.

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