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Il principe stratega rifiutato da Luigi XIV

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Il re gli negò di entrare nell'armata francese, lui si rivelò uno dei maggiori geni militari

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Uno dei maggiori geni militari di tutti i tempi venne giudicato in questo modo. Eugenio non si scoraggiò, si rivolse agli Asburgo, diventando il vero depositario della tradizione militare imperiale. A Zenta, battè i turchi, affrontati anche in seguito, sventando i piani della Sublime Porta nell'area danubiana e contro la stessa Vienna. Durante la guerra di successione spagnola, prevalse sui Marescialli francesi Catinat, Villeroy, Vendôme: insieme col duca di Marlborough (antenato di Winston Churchill), vinse nelle decisive battaglie di Blenheim, Audenarde e di Malplaquet, una delle più sanguinose del XVIII secolo. Al nome di Eugenio di Savoia è legata anche la battaglia di Torino (che vide il sacrificio consapevole di Pietro Micca) dopo un assedio, da parte dei francesi, sostenuto da Vittorio Amedeo II di Savoia: in quella occasione, i due cugini unirono le loro forze e, in segno di ringraziamento, venne edificata la Basilica di Superga. Tutta questa trama è narrata da Franz Herre con lo stile di un romanzo: ma tutto è storicamente, rigorosamente vero: insomma, una biografia esemplare. Singolare figura, quella del Principe stratega, che si firmava «Eugenio von Savoye». Scrive l'autore: «Un nome proprio italiano e uno francese uniti dalla congiunzione von, quindi con una triade linguistica con la quale Eugenio sintetizzava il triplice carattere europeo della propria natura». Proprio per questo, si tratta di un personaggio «conteso»: ciò è tanto vero che, nei due conflitti mondiali, austriaci, tedeschi, italiani hanno battezzato «Prinz Eugen» e «Eugenio di Savoia» corazzate e incrociatori delle rispettive Marine. A rigor di logica, il principe fu soprattutto un condottiero imperiale: la statua equestre in Piazza degli Eroi, a Vienna, reca la scritta: «Al glorioso vincitore dei nemici dell'Austria». L'uomo d'arme era però intimamente uomo di pace e come tale agì da statista, manovrando le Cancellerie come gli eserciti. Eugenio, come in seguito il duca di Wellington, il vincitore di Waterloo, era dell'avviso che la più grande tragedia, dopo una battaglia perduta, fosse una battaglia vinta. Franz Herre «Eugenio di Savoia» Garzanti 340 pagine, 12 euro

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