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di DINA D'ISA TRA KUNG FU, echi di manga giapponese, vendetta e violenza, arriva sugli schermi ...

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S'intitola «Old Boy», è diretto da Park Chan-wook e distribuito dal 6 maggio, da Lucky Red, in 80 copie. Dagli antichi miti alle storie moderne, da un manga giapponese di otto volumi ad un film coreano di quasi due ore, il tema della vendetta corre sul filo della memoria e non perdona. Così, Oh Dae Su (Choi Min-Sik), sposato e padre di famiglia viene rapito, apparentemente senza ragione, proprio davanti casa sua. Durante i suoi lunghissimi 14 anni di prigionia, in un'appartamento anonimo, la televisione diventa la sua unica grande amica che gli racconta il mondo esterno e gli dà la notizia del brutale omicidio di sua moglie. All'uomo non resta che la vendetta e scoprire chi lo ha ridotto in quello stato. Ogni giorno si allena contro i suoi misteriosi nemici, mimando lotte feroci e sanguinarie. La libertà che gli viene data all'improvviso è solo l'inizio di un'atroce serie di eventi dai quali l'uomo uscirà assurdamente segnato. Scene digustose, che hanno fatto inorridire persino gli appassionati e i più provati al genere splatter, appaiono vere e crude. Come quelle in cui il protagonista mangia un polipo vivo, o quando estrae con un martello i denti ai suoi nemici, o mentre si taglia la lingua davanti al suo persecutore, umiliandosi ad imitare un cane, nella speranza che il suo carceriere non racconti alla sua amata Mido (Gang Hie-Jung) la verità sul loro torbido legame amoroso. La rivelazione dell'ultimo drammatico segreto, narrato con sadismo dal suo nemico, rivela finalmente al protagonista il perché di tanto odio e di tanta vendetta covata fin dal più remoto passato. «Il film è la seconda parte di una trilogia che ho dedicato alla vendetta - ha spiegato il regista, ieri a Roma - La prima era "Sympathy for Mr. Vengeance", del 2002, e la terza parte, "Sympathy for Lady Vengeance", è un film ormai finito. In Usa, stanno già realizzando un remake di "Old Boy", diretto da Justin Lin, americano di origine taiwanese: il protagonista sarà Nicolas Cage o Russel Crowe. E spero proprio che gli Americani non facciano un film migliore del mio». «"Old boy" - ha aggiunto - in Corea, è stato vietato ai 18 e ieri si è riunita, in Italia, la commissione censura del ministero. Il mio film è stato uno dei più grandi successi coreani dell'anno. È piaciuto molto, perché il pubblico ha capito che ho utilizzato la violenza in modo strumentale alla storia. Faccio emergere la vendetta solo per dimostrare quanto sia inutile e quanto sia sbagliato sprecare tanta energia in questo sentimento. Nel mio prossimo film, ultimo capitolo della trilogia, protagonista sarà una donna, divisa tra prigionia e vendetta per la morte del figlio. Nella nostra società è impossibile esprimere odio e ostilità, per questo la vendetta sarà, nel futuro, uno dei sentimenti più frequenti e più interessanti, ma anche un tabù. La vendetta nasce dalla memoria, da un passato che non si vuole o non si può laciare alle spalle: la sua attuazione diventa una sorta di catarsi, ma la vera salvezza è nell'evoluzione del proprio spirito, capace di rendersi libero dalla ignoranza di certi sentimenti umani».

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