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Paesi e incontri da Messico 1979 al pellegrinaggio a Lourdes 2004

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La geografia di solito è fredda, poco coinvolgente. Una cartina si guarda, giusto il tempo necessario, se indica la strada che dobbiamo percorrere, poi non interessa più. Invece «Giovanni Paolo II - I viaggi nel mondo - In cammino per la pace» (288 pagine, 29 euro) è un libro appassionante, anche se di geografia ne macina tanta. Scritto dal vaticanista Alceste Santini che ha seguito il Santo Padre nei suoi viaggi, ha la classica impostazione schematica degli atlanti che hanno reso famosa la casa editrice novarese, ma si legge come un romanzo. Anzi come una favola, la storia di questo Papa-Sinbad che ci ha insegnato che la vita di un Pontefice può anche essere avventurosa. Giovanni Paolo II ha compiuto 104 viaggi fuori dall'Italia (compreso quello a San Marino, all'interno della penisola, ma è sempre estero): di ognuno di questi Santini dà conto con precisione certosina. Per ogni trasferta c'è una tabella che sintetizza date e programma dello spostamento, un'altra che ne indica le motivazioni. C'è il racconto del viaggio e tutto è completato da una grande cartina geografica con i percorsi e le foto scattate per l'occasione. Si parte dalla visita pastorale in Messico (durante la quale il Santo padre toccò anche la Repubblica Dominicana e le isole Bahama), nel gennaio del '79, tre mesi dopo la sua salita al Soglio di Pietro, e si giunge al viaggio apostolico in Francia, lo scorso agosto. Tra queste due date mille storie, una vita, un'epoca che ha cambiato (in meglio) il mondo e della quale il primo Papa polacco è stato attivo protagonista. Le immagini aiutano a comprendere la vastità, soprattutto spirituale, di questi spostamenti e il loro valore storico. Sfogliando le pagine saltano agli occhi visi di persone che sembrano lontanissime nel tempo, luoghi che non sono più gli stessi. Emoziona rivedere quel Papa sorridente e dritto accanto a un severo Giscard D'Estaing, sul fuoristrada scoperto che sfila lungo gli affollatissimi Champs Elysees (era il maggio dell'80). Non si può non notare come quel sorriso sia cambiato durante il viaggio in Portogallo, due anni dopo. Tra i due eventi, il 13 maggio dell'81, l'attentato a piazza San Pietro. «Se ho avuto salva la vita, quel giorno - disse il Papa - lo devo alla Madonna di Fatima». E Fatima si recò per il ringraziamento. È curioso scoprire Wojtyla a spasso per i corridoi di Buckingham Palace con la regina Elisabetta vestita di azzurro con guanti e borsetta (maggio dell'82). Sembra riesumata da un lontanissimo passato la fraterna pacca sulla schiena di Jimmy Carter (nel 1979 presidente Usa, uomo più potente del mondo e oggi pensionato dimenticato dal mondo) al Pontefice in quell'America che l'aveva festeggiato al grido di «Papa Superstar». Ai viaggi in ogni parte del mondo, che occupano la maggior parte del bel volume, si aggiungono quelli in Italia. Tra questi il più breve, ma non il meno importante: dalla Città del Vaticano alla sede del Parlamento italiano, a Palazzo di Montecitorio, nel 2002. Di questo spostamento, pochi chilometri, l'atlante riporta curiosamente una cartina che mostra il percorso fatto in auto. C'è poi un interessante capitolo sui viaggi «nella storia» di Giovanni Paolo II che ha affrontato il caso di Galileo Galilei e le antiche polemiche sulle colpe della Chiesa, dalle Crociate all'Olocausto. Ma il capitolo più bello è quello sul futuro, sui viaggi non fatti di questo grande Pontefice che oggi volge lo sguardo verso Mosca e Pechino.

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