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Cafisio e la carica dei «pulcini»

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Il sassofonista jazz siciliano sulla scia di Alina, Nada, Cinquetti e Ranieri

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Ma mamma Simona avrebbe preferito che fosse rimasto a casa. Il destino del "Mozart moderno" come lo ha definito Renis, è gia segnato. Francesco Cafiso, il bambino prodigio di quattordici anni sarà all'Ariston. Lo hanno confermato i genitori abituati a scorrazzarlo sui palchi piu prestigiosi. Proprio da papà e mamma Cafiso sembrava fosse arrivato nei giorni scorsi un categorico "niet" alla partecipazione del giovane al festival. Evidentemente il lavoro di Renis e la possibilità di far conoscere il ragazzo ad un pubblico così vasto hanno convinto i due a concedere il lasciapassare a Francesco. In effetti sarebbe stato un peccato disperdere quella prima conquista di notorietà acquisita in dicembre all'Umbria Jazz in The Winter, con una settimana di esibizioni ad Orvieto accompagnato dalla crema del jazz italiano: Franco D'Andrea, Giovanni Tommaso e Bruno Gatto. Un Marsalis (il Wynton noto sassofonista jazz che ha conosciuto al festival di Pescara nel 2002 ndr) in miniatura che ha aperto un'altra delle tante polemiche del baraccone festivaliero: i minori a Sanremo. L'anno scorso era stata Alina, la dodicenne che con il singolo «Un piccolo amore» aveva spaccato l'opinione pubblica sull'opportunità o meno della sua presenza. E la Ventura si beccò persino una querela da parte dei genitori per aver suggerito alla bimba di restare a casa a giocare con la Barbie aggiungendo: «Si può essere anche dei geni. Ma c'è un'età per tutto». La mascotte di questo Festival è, comunque, Andrè un sano omogenizzato ragazzone romano, l'unico minore in gara. Un amore adolescenziale è all'origine della sua canzone, «Il nostro amore», scritta e musicata da lui. I suoi sedici anni non sono nulla in confronto ad altri debutti precoci che in alcuni casi non hanno destato alcun clamore, anzi sono stati l'inizio di una folgorante carriera. Ricordiamo la quindicenne Nada che debuttò nel'69 con il soprannome di "Pulcino di Gabbro", Luis Miguel, il quindicenne messicano che nel 1985 si piazzò al secondo posto con «Noi, ragazzi di oggi» o Ron, quando ancora si faceva chiamare con il suo nome esteso, Rosalino, o ancora Gigliola Cinquetti che con la sua «Non ho l'età» addirittura si aggiudicò la vittoria nel'64. Anche Anna Oxa e Massimo Ranieri avevano sedici anni quando salirono per la prima volta su un palco che anni dopo li ha visti trionfare. Anche su questo argomento si scontrano le due diverse vedute di Tony Renis e di Simona Ventura. Del resto non può essere altrimenti visto che fu proprio l'attuale direttore artistico a credere nella piccola Nikka Costa e a portarla all'Ariston. Peccato che si sia persa per strada. Forse è proprio questo il dramma da evitare affinchè il Festival non sia solo una fabbrica delle illusioni.

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