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Emozioni impacchettate

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Evidente lo sforzo di conferire un'impronta differente al racconto delle varie storie presentate. Chiaro il fine di voler riscattare l'insuccesso dello scorso settembre, ricorrendo ad espedienti narrativi quali la commozione ed il thriller. La D'Eusanio deve aver compiuto un lavoro di montaggio accurato. Lei stessa ha cercato di proporsi in maniera più vivace, senza riuscire ad eliminare dalle vicende, quel sentimentalismo, quel classico buonismo da cui erano caratterizzati i precedenti appuntamenti. Il tentativo è riuscito soltanto in parte. Alda D'Eusanio pretende ancora, infatti, di accreditarsi come la paladina di chi viene bistratto dalla vita. E lo fa come una sorta di pubblico ministero, interrogando i suoi ospiti con frasi tipo «e' vero o non è vero?». Utilizza un linguaggio apparentemente sciolto finalizzato a catturare la curiosità del telespettatore. La sensazione, però, che tutto sia stato costruito, preparato, impacchettato a dovere in un montaggio televisivo, è notevole e proietta il programma in un'atmosfera a metà strada tra la provincialità e la più semplicistica popolarità. Da sottolineare dopo la prima storia di un marito casalingo, quella di una donna che ha salvato la vita dell'amante del marito da un'intossicazione alimentare. Mar. Cat.

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