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Barbareschi ruba la parte a Richard Gere

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«È un'opera mastodontica. Sul palco più di cento tra attori e musicisti. Ad aprile saremo a Roma»

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L'attore italiano sarà, infatti, il protagonista maschile del musical «Chicago», ispirato al notissimo film statunitense della scorsa stagione, interpretato da Richard Gere. Barbareschi, che canterà e ballerà, proprio come il collega americano, è anche al centro di un'altra significativa iniziativa: sta incontrando gli studenti di scienze umanistiche delle principali università italiane ed arriverà anche alla Sapienza di Roma, incentivando un confronto su tematiche di attualità. Intanto, 21 ed il 22 dicembre, i telespettatori lo vedranno impegnato su Raiuno, protagonista di una miniserie in due puntate dal titolo «Una vita in regalo». Accanto a lui Irene Ferri, Antonello Fassari e Daniele Scarlatti. Nella vicenda raccontata Barbareschi è un ricco e potente uomo del nostro tempo che, in seguito ad un incidente stradale che gli procura un ematoma alla testa, si ritrova a con una personalità mutata. Da arrogante ed arrivista, pronto a calpestare i sentimenti altrui, diviene più umano e rispettoso del prossimo. Il finale riserva una sorpresa che contiene un messaggio di fratellanza, in prossimità del Natale. Barbareschi, che ha effettuato il primo provino per il progetto Chicago a Londra, racconta la genesi del musical. Lei ha iniziato la sua carriera al teatro Elfo di Milano con Gabriele Salvatores ed ha recitato con Giorgio Gaber. Nasce in quest'ottica il progetto «Chicago»? «Chicago rappresenta il primo investimento nel musical italiano di produttori statunitensi. Nel progetto c'è anche, in percentuale minore, la presenza italiana. Debutteremo al teatro Nazionale di Milano a febbraio dove resteremo due mesi. Subito dopo, ad aprile, il musical arriverà a Roma al teatro Sistina ed andrà in scena per otto settimane. Il cast di attori è tutto italiano. Accanto a me, che recito e canto ben sei canzoni, proprio come nella pellicola originaria, ci sono Lorenza Mario nel ruolo che, sul grande schermo, è stato di Catherine Zeta Jones, mentre l'altro ruolo femminile, nella versione nostrana, è di Maria Laura Vaccarini. Inizieremo le prove il prossimo due gennaio. Si tratta davvero di un'opera mastodontica, perché solo tra attori e musicisti, vengono impegnati cento artisti. Sul palcoscenico, infatti, ci sarà un'orchestra che suonerà dal vivo, accompagnando i brani cantati». Sull'onda di una rivalutazione del musical nel nostro paese, ritiene possibile che un progetto tutto italiano possa approdare negli USA? «Posso anticipare che attualmente è allo studio un altro importantissimo musical del quale sarò ancora protagonista, destinato ad approdare proprio a Broadway». Intanto sta effettuando un tour nelle principali università italiane. Ci spiega i motivi per cui ha deciso tale iniziativa? «Si tratta di una serie di incontri con gli studenti di scienze umanistiche che vengono stimolati dalla preventiva visione del mio ultimo film "Il trasformista", a discutere sul significato del trasformismo o meglio del camaleontismo nella attuale società. Un tour che approderà anche a Londra ed alla Colombia University di New York dove proporremo un confronto sull'Italia».

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